Si apre un nuovo bizzarro capitolo nel caso dell’omicidio della 42enne Agitu Ideo Gudeta:
La condanna a 20 anni di carcere di Suleiman Adams, l’immigrato responsabile del delitto, potrebbe venire ridotta.
La motivazione è che quando l’ha stuprata la vittima era già morta. Quindi lo stupro non vale.
L’immigrato, che all’epoca dell’omicidio lavorava con la donna, è stato ritenuto colpevole dell’omicidio e condannato dalla Corte d’assise d’appello di Trento a soli 15 anni e 8 mesi per omicidio volontario e ad altri 4 anni e 4 mesi per violenza sessuale.
Adams ha tuttavia sempre negato quest’ultimo reato, con l’abominevole tesi che lo stupro è stato post-mortem, ed è per questo che il suo avvocato, tal Nicola Zilio, aveva presentato ricorso in Cassazione.
I giudici di ultima istanza a cui è stata sottoposta la questione gli hanno dato ragione, hanno deciso di annullare la condanna per violenza sessuale e hanno rinviato l’africano a un nuovo giudizio per questo capo d’accusa davanti alla Corte d’assise d’appello di Bolzano.
Secondo la delirante ma fortunata linea difensiva sostenuta dal difensore di Suleiman Adams, quando Adams abusò di lei compiendo atti di autoerotismo, la donna era già morta.
Quindi, se siete un maniaco, prima di stuprare una donna, uccidetela. Non fate il contrario, ballano cinque anni.
Questo tra qualche anno lo troviamo fuori a stuprare altri cadaveri.
Il fatto che lo stupro di un cadavere non valga come stupro è degno di uno Stato barzelletta. Dovrebbe essere un’aggravante, invece. Visto che lo stupro è conseguenza dell’omicidio e l’omicidio è propedeutico allo stupro.
Sono scimmie antropomorfe, quindi prive di logos. Non abbiamo bisogno di sottosviluppati, chiaro Meloni-Piantedosi?
Bisogna introdurre il reato di BESTIALITÀ. Qualcosa che le bestie per fortuna non fanno.