Meloni ai sindaci: «Subito alloggi per ospitare chi sbarca», pericolo requisizioni

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Il sistema di accoglienza per gli immigrati della Meloni è al collasso. L’allarme arriva da più parti.

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Nei giorni scorsi sono stati allertati i prefetti che, a loro volta, hanno chiamato in causa i sindaci e minacciato requisizioni: «È necessario reperire ogni alloggio possibile – hanno chiesto ai primi cittadini -: hotel, case vacanze, bed and breakfast».

Tutto quello che possa aiutare a collocare i migranti irregolari, senza, ovviamente, pensare di rimandarli da dove sono venuti. Non sia mai.

Perché è pur vero che il titolare del Viminale intende allargare il numero dei Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, portandoli a uno ogni regione, ma che per poterlo fare ci vuole tempo e la bella stagione è dietro l’angolo. E Meloni si è rimangiata la promessa del blocco navale, la cazzara.

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Se a questo si aggiunge la situazione sempre più critica della Tunisia, dove il presidente Saied sarebbe reduce da un periodo di ricovero nell’ospedale militare, con condizioni di salute definite dall’opposizione locale non proprio buone, i rischi di una ondata ancora più numerosa si fanno ogni giorno più concreti. E pensare che basterebbe piazzare navi militari davanti alle coste tunisine e libiche per bloccare tutto.

Al momento sono oltre 110 mila i migranti ospitati nei centri di tutta Italia (la cifra più alta dal 2019, quando Salvini svuotò i centri portando gli ospiti da oltre 200mila a meno di 70mila).

Per questo i prefetti sono intervenuti facendo appello ai sindaci. Sindaci, però, che, a loro volta, si sono appellati al governo. «Di questo passo – conferma Matteo Biffoni, primo cittadino Pd di Prato, delegato Anci per l’immigrazione – la situazione diventerà insostenibile. Abbiamo chiesto al Viminale di poter ampliare i centri Sai, gli ex Sprar, per i richiedenti asilo, perché gli ultimi bandi sono andati deserti. I soldi messi a disposizione non sono sufficienti a coprire i costi e gli enti del terzo settore rinunciano. I posti dell’accoglienza – conclude Biffoni – non sono replicabili all’infinito».

Lui di sostituzione etnica se ne intende visto quello che il suo partito ha combinato a Prato negli scorsi decenni. Lui e i suoi dovrebbero essere arrestati da un governo serio. Ma noi non abbiamo un governo serio. Abbiamo un buffone biondo come premier.