Governo: preoccupano troppi italiani in Italia non gli africani

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Che Tajani non fosse una cima era noto.

Sono già decine di migliaia e iniziano ad ingolfare i tribunali italiani per dimostrare discendenze che risalgono a metà ‘800. Quindi italiani a tutti gli effetti: il nipote di due gatti che si sono trasferiti nell’800 in un canile non diventa un cane. Rimane un gatto.

Il Ministero degli Esteri: “Persone che non hanno più legami linguistici né culturali con il nostro Paese”.

La nostra grande ricchezza, la possibilità di salvarci dall’afroislamizzazione riempiendo il vuoto demografico causato dalla legge sull’aborto, riportando a casa milioni di italiani, spacciata per ‘emergenza’. Invece importare milioni di afroislamici è buono.

Il motivo è ovvio: distruggerebbe il loro piano di sostituzione etnica.

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C’è un allarme migranti che preoccupa non poco il Ministero degli Esteri. Non sono però quelli provenienti da Africa e Medio Oriente, qui si parla di italiani. O meglio i milioni di oriundi italiani che vivono in Sudamerica e che in questi ultimi anni stanno richiedendo in massa il riconoscimento della cittadinanza italiana.

“Si parla di circa 50mila nuovi cittadini all’anno (nel 2022 sono stati 54500, ndr) solo presso i consolati italiani in Brasile mentre si stimano decine di milioni di potenziali aventi diritto” spiega a Repubblica l’ufficio stampa della Farnesina.

Rode a Repubblica.

Cinquantamila sono pochi. Non devono essere loro a cercare noi, dobbiamo essere noi ad andare a prenderli. Organizzare corsi di lingua e iniziarli ai lavori che possono fare in Italia.

Un governo serio farebbe così. Direbbe a Coldiretti e Confindustria: volete lavoratori? Vietato importare immigrati, andate a prendere italiani in Sudamerica.

Perché un italiano che parla spagnolo è sempre italiano. Un nigeriano che parla italiano, no.




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