Thomas Bricca ucciso per errore, vittima degli scontri tra clan marocchini e zingari

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I governi che si sono succeduti hanno ridotto l’Italia in un campo di battaglia.

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Thomas Bricca è stato ucciso per errore, ora non è più un semplice sospetto: il vero bersaglio era un marocchino che quella sera indossava un giubbotto chiaro simile.

L’ipotesi iniziale di uno scambio di persona è diventata una certezza e basta a spiegare l’omicidio di Alatri. A temerlo è lo stesso ragazzo che è stato scambiato per Thomas e che è stato ascoltato dai carabinieri.

È un giovane marocchino che starebbe nel giro dello spaccio di hashish. Motivo che aveva messo in contrapposizione il suo gruppo contro quello di altri ‘giovani’. In quest’ultima gang a comandare sarebbero i fratelli che mercoledì sera sono andati in caserma per farsi ascoltare dai carabinieri. Thomas era estraneo a questi scontri, frequentava solo la zona del centro storico dove si ritrovano tutti i giovani di Alatri.

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La tensione si era alzata di livello nel weekend precedente all’agguato. Sabato una rissa nei pressi di piazza Santa Maria Maggiore, nel cuore del centro storico, intorno alle 18, davanti a numerosi passanti. Urla, schiaffi e calci, con il giovane marocchino e un suo amico accerchiati dal gruppo rivale. Il giorno successivo, domenica sera, tra le 21.30 e le 22, la vendetta dell’immigrato e dei suoi amici (e anche altri nordafricani ospitati una casa famiglia) e con i quali c’erano stati già degli screzi finiti a scazzottate. Questa volta ad avere la peggio sarebbe stato il familiare (uno zio, a quanto pare) di uno dei fratelli della gang rivale, un quarantenne che è stato spinto lungo una scalinata e appeso a una balaustra mentre veniva colpito con le spranghe. Lunedì la faida a colpi di risse culmina nel sangue.

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Riforniamo le gang di spacciatori immigrati di nuovi soldati che manteniamo noi in ‘case famiglia’. Questi sono i ‘minorenni’ che sbarcano e che questo governo di complici non respinge e rimpatria. Vanno a prenderseli anche in acque maltesi.

Siamo sempre nel centro storico di Alatri, al “Girone”, come viene chiamato il belvedere che affaccia sul parcheggio di Largo Cittadini e la scalinata di via Liberio. Punto di ritrovo delle comitive. Sono le 20.30. In un piccolo anfratto della scalinata, dove c’è una scaletta, ci sono Thomas Bricca e altri due ragazzi, tra i 13 e i 14 anni. Ad un certo punto arriva anche il marocchino. Indossa un giubbotto chiaro, simile a quello di Thomas. La scalinata è in penombra. Le figure si confondono. Pochi istanti dopo nel parcheggio sottostante la scalinata irrompe uno scooter T-Max con la targa oscurata e due persone a bordo. Vanno a botta sicura, sanno che il loro bersaglio è lì, forse lo pedinavano. Questo lo dicono le telecamere che riprendono l’arrivo e la fuga. Tutto nell’arco di poco più di un minuto. Tre colpi esplosi da una distanza di 20 metri dal passeggero. Uno dei colpi sfiorerebbe uno dei ragazzi minorenni, un altro centra in pieno la testa Thomas.

I due fratelli di cui si parla, sono zingari e risiedono nella case popolari di Frosinone. Secondo gli inquirenti erano loro a bordo del motorino. Gli altri tre ricercati hanno partecipato alle risse che nei giorni precedenti avevano portato a ostilità tra gruppi di ragazzi che frequentavano la zona. In questa ricostruzione i tre spari avrebbero colpito Bricca per errore: la spedizione doveva essere un semplice avvertimento. Il 18enne sarebbe quindi finito in uno scambio di persona.

I due vengono descritti dagli investigatori come vicini ai clan di zingari del Basso Lazio. Tra cui ci sono le famiglie dei Casamonica e dei Di Silvio. I sospettati sono stati individuati grazie agli amici di Thomas, che hanno fatto «nomi e cognomi» ai carabinieri. «Sono due rom del Casermone di Frosinone, gente che non avrà mai la responsabilità di costituirsi», avrebbero detto.

Italiani vittime delle faide tra bande di spacciatori maghrebini e zingari con nomi italiani. Servono rastrellamenti.




Un pensiero su “Thomas Bricca ucciso per errore, vittima degli scontri tra clan marocchini e zingari”

  1. Basterebbe provvedere ad un programma di sterilizzazione, ma sarebbe tanto violazione di un ‘diritto umano’, sì quello di impestare la specie di generazione in generazione, in una soluzione di continuità senza fine, mai.
    Ti ritrovi lo stronzo che ti rompe le palle quando sei ragazzino, poi si invecchia e speri si calmi, o l’età lo calma in alternativa, e invece no, questo figlia e ti ritrovi uno più giovane di te, e quando sei in età matura, e anche il piccolo bastardo è ormai cresciutello e tra galera e vizi è indebolito, speri di tirare il fiato, e invece no, la generazione successiva è già lì, pronta a romperti i coglioni.

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