Marocco spot contro ius soli: hanno le nostre cittadinanze ma sono marocchini

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La nazionale marocchina ai mondiali in Qatar è la dimostrazione di quanto sia stupido lo ius soli più o meno automatico. Anche in Italia c’è, ma è a scoppio ritardato, ai 18 anni tutti i Mohammed possono diventare ‘italiani’ sulla carta. Ma, come dimostra il Marocco in Qatar, si tratta di ‘cittadinanze di convenienza’.

Ben quattordici giocatori non sono nati sul suolo marocchino. La maggior parte tra Spagna, Belgio, Francia e Olanda, con tre a testa.

C’è poi Walid Cheddira, classe ’98, nato in Italia.

L’attaccante Abde Ezzalzouli vive in Spagna da quando aveva sette anni e il forte esterno Achraf Hakimi è nato a Madrid. Nello staff della squadra marocchina ci sono poi alcune persone con doppia nazionalità.

Munir Mohamedi, il secondo portiere – diventato però titolare nella partita contro il Belgio – è nato a Melilla, una delle due exclavi spagnole in Marocco, e ha iniziato a giocare a calcio a Ceuta, che si trova a un’ora e mezza di macchina da Tangeri. Walid Regragui, il quarantasettenne allenatore, è nato in Francia ma cresciuto a Fnidq, la città del Marocco più vicina al confine con Ceuta.

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Sono 26 i convocati attualmente facenti parte della nazionale araba. Di questi, 14 sono nati all’estero, tra cui Cheddira in Italia. Gli altri si dividono tra Cadana (Bounou), Olanda (ben 4: Amrabat, Aboukhlal, Ziyech e Mazraoui), Belgio (sempre 4: Chair, Amallah, El Khannous e Zaroury), Spagna (Hakimi e Munir), e l’immancabile Francia (Boufal e Saiss). Infine, Sabiri, emigrato in Germania quando aveva solo tre anni, il quale ha perfino giocato con l’Under 21 tedesca.

Hanno tutti la cittadinanza dei paesi dove sono nati e cresciuti, anche tal Cheddira ha la cittadinanza italiana.

Per la federazione calcistica del Marocco lavora Rabie Takassa, che ha il compito di seguire i calciatori marocchini in Spagna, quando serve provando inoltre a convincere quelli con doppia nazionalità a scegliere il Marocco anziché la Spagna. Takassa ha spiegato che ormai «almeno tre o quattro giocatori ispano-marocchini giocano in ogni categoria della nazionale marocchina», ed è un numero destinata a crescere.

Questi sono tutti fratelli di milioni di marocchini e altri afroislamici nati in Europa che hanno le nostre cittadinanze solo per interesse ma non sono come noi. Per questo è urgente abrogare i ricongiungimenti familiari, abolire i sussidi alla natalità degli invasori e tornare allo ius sanguinis integrale.

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