Trascinata da immigrati su auto e stuprata, poi le scuse: «Mi dispiace»

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Le ha scritto «Mi dispiace» su Whatsapp il giorno dopo averla «caricata con la forza in un’auto abusando di lei». E proprio quella richiesta di scuse via chat è stata una delle prove-chiave su cui è basata la Procura per farlo condannare.

L’aggressore, immigrato venticinquenne, dovrà scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione, come ha stabilito venerdì in abbreviato il giudice Luciano Gorra: grazie alla scelta del rito gli è stata ridotta la pena di un terzo, inoltre dovrà risarcire con 25 mila euro la parte civile.

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Lei, 19enne all’epoca dei fatti e residente a Verona, ha denunciato di essere stata violentata da quell’immigrato appena conosciuto all’esterno della discoteca di Sommacampagna dove si era divertita fino a tarda ora a una festa di compleanno tra amici. Aveva ballato e bevuto. Tanti, troppi drink. Sorridente e allegra prima di salire in quella vettura in cui il giovane appena incontrato l’avrebbe costretta con la forza a entrare, ne era poi uscita sconvolta e sotto choc. Parlava a malapena, era irriconoscibile rispetto a prima.

Il grave episodio risale al 19 novembre 2019: in base al capo d’accusa delineato dalla pm Maria Federica Ormanni, l’imputato quella notte di tre anni fa a Sommacampagna avrebbe «approfittato dello stato di ubriachezza della 19enne e, con violenza consistita nel sollevarla di peso e portarla all’interno dell’auto» di un altro giovane, l’avrebbe «chiusa all’interno della vettura, costringendola a subire un rapporto sessuale completo». Tra le prove portate in aula dalla Procura scaligera, oltre al certificato medico che attestava gli abusi, comparivano anche il riconoscimento fotografico effettuato dalla ragazza il successivo 2 dicembre e lo screen shot del messaggio ricevuto dalla parte offesa dopo lo stupro. In quella chat lui continuava a scusarsi «per quello che era successo».

Scuse che, secondo la pm Ormanni, rappresentavano una sorta di confessione stragiudiziale. Un messaggio, quello inviato dopo i fatti dall’imputato alla vittima, che proseguiva scrivendole che «quel che è successo tra noi resta tra noi e non è motivo di vanto, io non sono un pezzo di m… ». Nella parte finale, invece, le si rivolgeva dicendole che gli aveva fatto piacere conoscerla anche se «in modo strano». Dai video delle telecamere di sorveglianza, emerse poi che la si vedeva barcollare vistosamente. Era in quello stato, quando venne avvicinata dall’aggressore che avrebbe deciso di approfittarsi di lei nel modo più brutale. Continuando dentro quell’auto a violentarla nonostante lei lo implorasse di smetterla, tra le lacrime.




8 pensieri su “Trascinata da immigrati su auto e stuprata, poi le scuse: «Mi dispiace»”

  1. Stupide coglione tutte selfie e social convinte che il mondo sia arcobaleni e cuoricini.
    Deficienti che cadono nel tranello dello straniero xche’ fa figo essere ” social”.
    Troiette senza cervello.

    1. Capace se le avessimo offerto un passaggio io,tu o werner,ci avrebbe riso in faccia o trattati con diffidenza.

      1. Io cmq troie in macchina non ne carico. Carico solo quelle da 1000 euro a notte. Non vado con troie in cui ci entrano i negri dentro😂😂😂

I commenti sono chiusi.