Tutto il business dell’accoglienza si è fiondato come avvoltoi sul business degli ucraini.
Nonna Soumahoro si è lamentata al consiglio d’amministrazione della sua coop che “gli sbarchi sul territorio nazionale sono diminuiti drasticamente (dopo Salvini, ndr)” e quindi si è presa la decisione “di intraprendere nuovi progetti che faranno vedere i loro risultati nei prossimi esercizi”. Il tutto per risollevare il business.
Erano gli anni di Salvini e poi del Covid. Come si vede questi ‘imprese’ basano la loro ricchezza sugli sbarchi. Non sorprende che siano le stesse attività che poi finanziano le ong e i partiti che vogliono i porti aperti.
Dovendo riparare alla situazione dei ‘pochi’ sbarchi, che poi quest’anno sono ripresi in grande stile, la famiglia Soumaharo si è lanciata nel nuovo business: gli ucraini.
Entrambe le coop di famiglia, la Karibù e la Aid, hanno partecipato al bando per l’aiuto dei ‘profughi ucraini’ nell’aprile 2022. A vincere – dopo nemmeno due mesi dall’inizio della guerra – sono state entrambe, ottenendo così 259mila euro per la Karibu e 298mila euro per Aid.
Quanto ha pagato?