Sindaco regala cittadinanza a famiglia immigrati con 12 figli: “Parlano veneto meglio di noi”

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Il simpatico premio ‘cojone del giorno’, istituito proprio oggi da Vox, va al sindaco di un comune in provincia di Treviso, Monsuè.

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E’ stato lui a consegnare tutto eccitato la cittadinanza italiana ad un branco di 14 romeni, due genitori con 12 figli, perché “parlano veneto meglio di noi”.

Fa il paio con “immigrati regolari miei fratelli”. Come se esser fluente in inglese rendesse uno di noi suddito di sua maestà o imparare il mandarino un perfetto cinese.

Ripetiamo: la cittadinanza non è un merito, è un dato oggettivo. Anche perché non è che un romeno vale meno di un italiano, semplicemente sono diversi. Altrimenti un uomo che si taglia il pisello e “cammina sui tacchi meglio di noi” sarebbe una donna: è lo stesso bizzarro concetto.

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In un giorno, di colpo, Mansuè, piccolo comune trevigiano che, nel corso della sua storia, non è mai riuscito ad andare oltre i 5.000 abitanti si è trovato un bel +14 all’anagrafe. Nessun parto da Guinness, ma una famiglia da record, quello sì. Papà Onisim, mamma Oana e i dodici loro figli. Tutti italiani, insieme, dopo il conferimento della cittadinanza da parte del sindaco Leonio Milan. In Italia da oltre 16 anni, praticamente da sempre nel paese della Marca al confine con il Friuli, Onisim e Oana Bizu, 39 anni lui, 37 lei, entrambi di origine romena, hanno chiesto di diventare cittadini italiani qualche anno fa. E, con pazienza, il risultato è arrivato, estendendosi, come prevede la legge, ai figli tutti minorenni. I più grandi frequentano le superiori: il primogenito un istituto tecnico a Motta di Livenza, la secondogenita un liceo a Oderzo.

Diteci poi che non è una invasione. Bastano sedici anni per essere in Italia “da sempre”. Giornalisti che hanno perso il cervello. Da sempre.

E non è questione di ‘razzismo’, razzista è chi vuole confonderci tutti in un unica Babele. Essere italiani non è un merito o una conquista, è un dato di fatto. Non è che il delinquente o il demente smette di essere italiano. Altrimenti, tanti sindaci non lo sarebbero più da tempo.




7 pensieri su “Sindaco regala cittadinanza a famiglia immigrati con 12 figli: “Parlano veneto meglio di noi””

  1. Magari il male minore è che si tratta di europei.

    Riguardo il dialetto,trovo avvilente che un immigrato(peggio ancora extra europeo con nessuna affinità con noi)inizi ad avere padronanza persino del dialetto.
    Vedo ciò come una appropriazione indebita di ciò che appartiene ai popoli nativi.

    Nel mio “conformismo” ho sempre considerato i dialetti come una roccaforte etnonaziolista; spesso in passato venivano adoperati per rendersi incomprensibili ai vari invasori che imperversavano nella Penisola.

    Ma un immigrato che parla persino il dialetto mi avvilisce,a tal punto dal preferire non parlarlo piu’.

    1. “Vedo ciò come una appropriazione indebita di ciò che appartiene ai popoli nativi.”: non fa una piega. Invece i vari legaioli la interpretano come “integrazione”.

I commenti sono chiusi.