Nigeriano stupra la cuoca dell’asilo nella mensa armato di coltello: “Ti ammazzo”

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Armato di coltello si era intrufolato in pieno giorno l’11 maggio dell’anno scorso nella mensa di una scuola per l’infanzia, l’Istituto religioso Santa Chiara, al Torrino, e aveva minacciato la cuoca puntandole l’arma alla gola. L’aveva costretta a spostarsi nello spogliatoio e a prendere tutto il denaro che aveva con sé nel portafoglio, appena 60 euro. Poi, non contento, l’aveva spinta contro la parete dello stanzino per poi abusare di lei:

Stuprata all’asilo dal migrante: è stato il solito nigeriano

Tutto questo era accaduto mentre i bambini erano a lezione con le suore. Ieri il sostituto procuratore di Roma Maria Sabina Calabretta ha chiesto una condanna a 8 anni di carcere e una multa di 3mila euro per Ernest Gabriel, 27 anni, il solito cittadino della Nigeria. La difesa ha scelto il rito abbreviato, giudizio che prevede lo sconto di un terzo della pena.

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Un Paese delirante che dà lo sconto a stupratori e spacciatori.

«È stata una violenza assoluta – ha sottolineato il pm nel corso della requisitoria – Si è passati dalla rapina allo stupro con una facilità e una spietatezza assurda. È inutile ribadire che si tratta di un fatto gravissimo, avvenuto in una scuola frequentata da bambini piccolissimi». La Procura contesta all’imputato la violenza sessuale aggravata, la rapina e la detenzione di armi atti a offendere. Ora il 27enne è detenuto nel carcere di Velletri.

Secondo quanto ricostruiscono i pm, l’imputato era entrato di nascosto nella mensa dell’asilo, con sede al civico 90 di via Caterina Troiani, in tarda mattinata. Dentro aveva trovato la cuoca: l’avrebbe sorpresa mentre era a lavoro e, puntandole un coltello alla gola, l’avrebbe minacciata: «Zitta, sennò ti ammazzo». Poi, in base a quanto si legge nel capo d’imputazione, «aveva costretto la vittima a seguirlo dentro lo spogliatoio». Dopo pochi minuti avrebbe chiesto alla cuoca di cercare del denaro nella sua borsa, facendosi consegnare tutto quello che aveva: appena 60 euro. Con la stessa violenza avrebbe ordinato alla donna di togliersi i vestiti e, dopo averle coperto il volto con un asciugamano, l’avrebbe spinta con la forza contro il muro dello stanzino per poi costringerla a subire un rapporto sessuale e fuggire via. Due mesi dopo era stato incastrato da un’impronta lasciata su una bottiglia di liquore abbandonata in un capanno vicino alla scuola. I poliziotti della Squadra Mobile e del commissariato di Spinaceto avevano poi eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La sentenza è attesa a novembre prossimo.

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