E ora dopo anni di carne nera, per loro sta finalmente arrivando la carne bianca.

E’ arrivata la sentenza del processo a carico del tunisino accusato di aver, con un complice marocchino (coinvolto in un altro procedimento), estorto oltre 10 mila euro in tre anni all’ex cappellano dell’ospedale di Saronno per tenere nascoste rivelazioni intime sul periodo in cui il religioso ospitava i due stranieri nel suo appartamento. La vicenda era diventata di pubblico dominio nel 2017 quando il sacerdote era stato vittima di un pestaggio con tanto di minacce di morte.
Ora al tribunale di Busto Arsizio è arrivata l’assoluzione per assenza di prove del tunisino che al momento è latitante. Per conoscere le motivazioni sarò necessario attendere 60 giorni anche se sembra aver prevalso la tesi della difesa secondo cui l’imputato non avrebbe subissato il religioso di richieste economiche.
La vicenda è ormai nota. Il cappellano aveva consegnato ai due stranieri somme tra i 50 e i 200 euro in più riprese per tre anni. Nell’agosto 2016 il ricatto era però finito. Uno dei due complici, il marocchino, erano tornato l’anno successivo chiedendo di nuovo soldi. A fronte del rifiuto del religioso l’aveva scaraventato a terra minacciandolo con delle forbici e picchiandolo. Intervenne l’assistente del cappellano che mise in fuga lo straniero poi identificato dai carabinieri con una lunga serie di indagini fatte anche di pedinamenti e accertamenti sui tabulati telefonici. Identificato venne arrestato ma di lui si persero le tracce appena ottenne i domiciliari.
Al cappell-ano piaceva la cappella nell’ano…