DISASTRO NAZIONALE: FUORI DAL MONDIALE PER LA SECONDA VOLTA DI FILA

Vox
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Si tratta di un gioco, in cui l’imprevedibilità vince su tutto. Quindi a differenza di altri sport basta un tiro in porta a cambiare la storia.

Però, quando ti riduci a convocare uno naturalizzato per matrimonio, oltre ad essere umiliante, significa anche che qualcosa non va. E quello che non va sono le centinaia di stranieri presenti nel nostro campionato. Troppi. E ci sono, oltre che per la questione Ue, anche per il ‘decreto crescita’ del governo precedente che prevede metà tasse per chi importa calciatori stranieri dall’estero.

Anche se poi, alla fine, questa è la stessa squadra che solo pochi mesi fa è diventata campione d’Europa. E non è stato solo l’Europeo, è rimasta imbattuta per decine di gare. Quindi, oltre a motivi di fondo come i troppi stranieri in campo, devono esserci anche errori attuali.

E c’entra la sfortuna. Un tiro subito e un gol. E prima due rigori sbagliati con la Svizzera che ti avrebbero portato dritto al Mondiale.

Comunque è ridicolo basare su partite secche la qualificazione ad un Mondiale. Perché in una partita secca può anche capitare che una squadra scarsa che fa un tiro in porta vinca.

Basta confondere italiani nati in Brasile come Giorgino, Palmieri e Toloi con uno naturalizzato per matrimonio come Pedro:

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6 pensieri su “DISASTRO NAZIONALE: FUORI DAL MONDIALE PER LA SECONDA VOLTA DI FILA”

  1. Sai che tragedia ?Due volte di fila fuori dal mondiale.Una catastrofe.Ma nessuno è a conoscenza che ci sono 20.000 italiani che dormono in strada?Ma andatevene a fanculo.

    1. Ragiono come te, il calcio non mi interessa, ma credo che per gli appassionati sia un sogno che non si avvera, poter affermare “campioni del mondo” ha dato alla povera gente l’impressione di vincere almeno una volta nella vita. Un po’ come una buzzicona che va alle sfilate di moda e si compra dei capi per immaginare di essere alta e magra come la modella.
      Non è solo la vita reale, che hanno ridotto una merda, hanno fatto in modo che la precarietà uccidesse l’onirica.

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