Migranti insoddisfatti: “Rimandateci a casa, accoglienza in Italia è terribile” – VIDEO

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Quando i media di distrazione di massa vi raccontano che in Libia i clandestini vengono torturati (ma viene loro consentito di tenere lo smartphone) e che fuggono da fame e disperazione, ricordate una delle tante proteste che i questi anni abbiamo documentato ogni giorno.

Come quella avvenuta in un paese dell’Irpinia:

Gli extracomunitari che vi risiedono sono costretti a cucinare nelle stanze perché, a loro dire, il cibo che ricevono è scadente; non percepiscono da mesi pocket money, non c’è rete telefonica e non possono frequentare corsi scolastici e andare a messa. Abbiamo visitato questo centro insieme all’assessore al turismo, politiche giovanili ed europee Marcello Rocco.

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Siamo venuti a constatare le condizioni in cui si vive nei centri di accoglienza dopo l’aggressione di un extracomunitario ai danni del capo dei vigili di Serino. L’uomo, che era ospite di uno dei centri del paese, lamentava un pessimo trattamento e chiedeva di poter tornare nel suo paese d’origine.

L’accoglienza è un business, ma non veniteci a raccontare che chi in questi anni è andato in Libia pagando migliaia di euro è un profugo affamato.

E poi, guardateli in faccia, per loro essere mantenuti non è un privilegio, ma una sorta di diritto divino.




3 pensieri su “Migranti insoddisfatti: “Rimandateci a casa, accoglienza in Italia è terribile” – VIDEO”

  1. L’insoddisfazione in Italia pare il denominatore comune di chi la abita.
    Non so se qualcuno ha usufruito del famoso 110% qua, io ho sempre rifiutato di credere in queste trappole governative ma senza mai appurare come avvenisse l’inganno. Ebbene ieri un addetto ai lavori mi diceva che dal momento in cui è arrivata la legge le ditte edili, grandi o piccine, hanno raddoppiato i prezzi della manodopera al cliente e pure i materiali sono raddoppiati, in questo modo il committente spende tre o quattro volte tanto il prezzo che avrebbe pagato prima della favolosa trovata del poltronaro blasonato.
    Ristrutturare una parte di cascina in pessimo stato dal prezzo esiguo di 45.000 (di soli 200mq) ai suoi clienti costerà 350 euro ma la mia obiezione era che dopo il restauro conservativo, con pesanti opere di risanamento, non avrebbe avuto un valore di mercato così elevato. Al massimo rivendendola ricaverebbero 120.000 euro, considerando anche le opportunità stracciate delle aste che regolano a modo loro il mercato verso il basso.
    Ho chiesto per pura curiosità come avviene il rimborso, pare che la banca dove uno ha il conto si occupi di farti accreditare il “bonus”. Con questo metodo hanno eliminato effettivamente il sommerso? Fatto sta che chi vuole usufruire del famigerato 110% deve pretendere la fattura e su questa la ditta pagherà le tasse ma anche chi vuole fare tutto in nero col cugino muratore subirà i prezzi alle stelle dei materiali, le cui fatture porteranno nella direzione del committente lasciando una bava di lumaca mica da poco.
    In questo preciso caso, della cascina menzionata prima, gli sfigati si sarebbero avvalsi del parere di un ingegnere da strapazzo che sosteneva che in un edificio lineare a corpo unico, basterà rinforzare la parte centrale mentre i due moncherini laterali in precarie condizioni anche lasciandoli così non si tireranno giù la parte di edificio rinforzata.
    Dopo aver speso 400.000 euro molto probabilmente avranno bisogno di una roulotte.

I commenti sono chiusi.