Gb, deputata Tory: “Fuori da governo perché musulmana”, lo scandalo è che fosse ministro

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Pensate come si è ridotta l’Europa. Lo scandalo non è che una musulmana britannica per ius soli sia diventata ministro, ma che l’abbiano licenziata.

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Licenziata come ministro perché musulmana. A lanciare la pesante accusa è stata la deputata Tory, Nusrat Ghani, secondo la quale la sua fede le sarebbe costata la carica di ministra dei Trasporti durante un rimpasto deciso da Boris Johnson a febbraio del 2020. In un’intervista al Sunday Times, Ghani ha dichiarato di aver chiesto spiegazioni per la decisione e che il ‘whip’ del suo partito le aveva risposto che la sua fede “metteva a disagio i colleghi”. Il ‘whip’ è il membro di un gruppo parlamentare incaricato di tenere i collegamenti tra il leader del partito e il gruppo stesso.

Il ‘whip’ dei conservatori, Mark Spencer, ha replicato sostenendo che le accuse si riferissero a lui e ha definito “completamente false e diffamanti” le affermazioni di Ghani. Sul caso è intervenuto anche il vice primo ministro, Dominic Raab, che in un’intervista a Sky News ha detto che, sebbene l’accusa di Ghani fosse “incredibilmente grave”, non ci saranno indagini da parte del partito conservatore a meno che la deputata non presenti una denuncia formale, cosa che non ha fatto finora.




6 pensieri su “Gb, deputata Tory: “Fuori da governo perché musulmana”, lo scandalo è che fosse ministro”

  1. Mi sono informato su questa Nusrat Ghani. È una pakistana naturalizzata britannica per matrimonio. Il marito è albionico doc, David Wheeldon, ed insieme hanno tre figli. Diciamo che alla fine è il male minore, si può tollerare, purché certo, rimangano casi minoritari.

    Sarebbe stato davvero inaccettabile a parti invertite, e infatti sono dell’idea che nei matrimoni misti, la sposa deve assumere la cittadinanza dello sposo, come avveniva fino al 1975, quando questa norma, con l’entrata in vigore del diritto di famiglia voluto dal PCI, venne abrogata. Invece qui abbiamo il nigeriano della Lega al Senato diventato “italiano” per matrimonio, quando in realtà il buonsenso imponeva di fare diventare cittadina nigeriana la bergamasca che ha sposato. Così come il congolese del PD, passato alla storia come il primo parlamentare ne(g)ro della storia d’Italia, eletto nel 2006 con l’IdV di Di Pietro, anch’esso sposato con una romana che lo ha reso “italiano”. Quindi su questo bisogna necessariamente tornare come nel 1975, altrimenti troppi falsi italiani vengono fuori a causa dei matrimoni misti, che vengono così pure incentivati. Le unioni miste che vanno combattute a tutti i costi sono quelle tra un allogeno ed un’autoctona, specialmente se per allogeno si intende un ne(g)ro. Invece, come sappiamo, i mass media aschenaziti nemici della razza bianca, pubblicizzano e incentivano queste unioni. Guardacaso, film o spot pubblicitari dove vi è un bianco ed una ne(g)ra, non ve ne sono quasi mai. Per non parlare della pornografia interrazziale (settore il cui monopolio soprattutto negli USA è in mano agli aschenaziti), dove 9 contenuti su 10 riguardano il maschio ne(g)ro e la femmina bianca. Perché la propaganda pro-meticciato è a senso unico e fatta al solo scopo di umiliare noi uomini bianchi.

    Indubbiamente una pakistana, anche se naturalizzata britannica per matrimonio, non può fare il ministro del Regno Unito. Ma la cosa che secondo me può destare scandalo è il fatto che faccia parte del Partito Conservatore. Un partito con questa denominazione, deve necessariamente avere una connotazione identitaria, altrimenti di fatto non lo è. Purtroppo partiti autenticamente conservatori in Europa non esistono affatto, e sono sottomessi sul piano culturale all’ideologia liberalprogressista. Che poi, ricordiamoci che lo scorso anno alle elezioni municipali di Londra, i Tory hanno candidato a sindaco un ne(g)ro di origini giamaicane, Shaun Bailey.

  2. È vittima di discriminazione, ma una che appoggia gli ideali dei palestinesi è sappiamo bene quali, come potrà rappresentare i valori dell’occidente?.
    È inutile l’islam non è moderato e sono poche, troppo poche ancora gli islamici che separano la vita religiosa da quella delle istituzioni. Se in Arabia od in altri paesi musulmani una donna occidentale viene eletta all’interno di qualche istituzione, non può dire costruiamo più chiese, oppure via il velo islamico nei luoghi pubblici.

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