Pugile italiano scippato del titolo italiano da marocchino perché ha “tatuaggi nazisti”

Vox
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Sul ring per il titolo italiano dei pesi Superpiuma il triestino Michele Broili stato batttuato ai punti da quello che i soliti media di regime definiscono “italo-marocchino Nourdine”.

Broili è stato ‘battuto’ ai punti al Palachiarbola di Trieste, tra le proteste del pubblico. Con verdetto non unanime ai punti: 91-98; 91-98 e 96-95

Il motivo non certo sportivo. L’italiano, quello vero, andava punito perché aveva il torace interamente coperto da tatuaggi che i soliti media definiscono “simboli nazisti”. Ammettono la ritorsione:

Si legge sui media:

Dalla “testa di morto”, il totenkopf, che richiama l’unità paramilitare addetta alla custodia dei campi di concentramento della Germania nazista, al simbolo delle SS. Una sgraditissima sorpresa scoprire che un pugile potesse combattere sul ring per la corona italiana con un torace ridotto in quelle condizioni. Il diritto a manifestare le proprie opinioni ha un limite, che stasera a Trieste ci pare superato ampiamente. Inaccettabile.

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Quindi il diritto a manifestare le proprie opinioni ha un limite? E chi decide quel limite, i giornalini di gossip di Cairo? Il diritto di espressione o non ha limite o non è un diritto.

Lo scandalo qui è, semmai, che uno che si chiama Nourdine e che ha a che fare con l’Italia quanto Cairo col giornalismo possa anche solo gareggiare per un titolo italiano. Che senso ha? Allora perché non un cinese per quello marocchino? Tanto vale eliminare i titoli nazionali e le nazionali e creare solo competizioni tra ‘squadre’ e atleti con nomi di multinazionali. E’ questo il vostro futuro?

E, comunque, il simbolo ‘nazista’ non è tale: https://it.wikipedia.org/wiki/Totenkopf

LA NOTA DELLA FEDERAZIONE— Con la presente la Federazione Pugilistica Italiana venuta a conoscenza e preso atto della situazione emersa nel corso dell’incontro di Pugilato disputatosi in data 18.09.2021 a Trieste tra i Pugili Michele Broili e Hassan Nourdine, valevole per il titolo italiano dei pesi superpiuma, vuole chiarire immediatamente la propria posizione e renderla pubblica. Durante l’incontro si sono notati alcuni tatuaggi sul corpo del Pugile Broili inneggianti al nazismo e, come tali, costituenti un comportamento inaccettabile e stigmatizzato da sempre dalla Federazione Pugilistica Italiana, la quale è costantemente schierata contro ogni forma di violenza, discriminazione e condotta illecita e/o criminosa. Ovviamente di tale comportamento è esclusivamente responsabile il tesserato che lo ha posto in essere e, semmai, indirettamente ed oggettivamente la Società di appartenenza che lo abbia avallato e/o tollerato. Alcuna responsabilità può e deve essere ascritta alla Federazione Pugilistica Italiana, la quale non può essere a conoscenza delle scelte personali di ogni singolo tesserato sino a quando non ne abbia contezza. La F.P.I. , condanna e stigmatizza con forza e perentoriamente il comportamento del proprio tesserato e si dissocia da ogni riferimento che i tatuaggi offensivi dallo stesso portati evochino. Tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal “Codice di Comportamento Sportivo del C.O.N.I. (art.5)” che la F.P.I. recepisce, condividendone spirito e contenuto. Per tali ragioni la F.P.I. si riserva di sottoporre agli Organi di Giustizia Federali tale comportamento affinché ne sia, nelle opportune sedi, valutata la contrarietà rispetto allo Statuto ed ai Regolamenti Federali e vengano adottate le opportune misure sanzionatorie anche a tutela dell’immagine della Federazione Pugilistica Italiana. Riservandosi, altresì, ogni opportuna azione.

La vergogna è che un marocchino possa competere per un titolo italiano, non i tatuaggi di qualcuno. E poi, non era “il corpo è mio e me lo gestisco io”?

Non siamo fanatici del ‘tatuaggio’, tanto meno di quelli ‘politici’. Ma ognuno deve essere libero di tatuarsi quello che vuole, da Stalin a Hitler passando per Pol Pot. E dovere difendere questo diritto è già di per se sintomo di un Paese malato.




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