Zaia: “Riapertura Olimpico per Europei calcio, significa 11 giugno liberi tutti”

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“L’11 giugno ci sarà Italia-Turchia per gli Europei di calcio. Con 20.000 persone all’Olimpico, liberi tutti. Prendiamo atto che l’11 giugno siamo aperti, vediamo come arrivare a questa apertura”. Luca Zaia, governatore del Veneto, si esprime così sulla notizia relativa all’apertura parziale dello stadio Olimpico di Roma per gli Europei di calcio. Sugli spalti potrebbero trovare posto circa 15mila persone.

I discografici protestano perché i miliardari in pantaloncini si e i miliardari che cantano no:

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Ricorda molto la storia, a dicembre, dello sci riaperto a febbraio. Siete così sicuri? E’ comunque una follia ripartire dalle partite di calcio.

In una nota del ministero della Cultura, si sottolinea che “in relazione alle notizie di stampa apparse stamattina riguardo ad una differenziazione tra la presenza del pubblico negli eventi sportivi e in quelli culturali, il Ministero della Cultura precisa che: sia nell’audizione di lunedì sia nelle proposte inviate ieri al Cts, il Ministro Franceschini ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”.

“È evidente che siamo di fronte ad una farsa. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16 mila persone all’Olimpico in occasione degli europei di calcio?” Così il Ceo della Fimi (Federazione dell’Industria Musicale Italiana) commenta con l’Adnkronos il via libera del governo al pubblico per le partite degli Europei di Calcio per almeno il 25% della capienza dello stadio come richiesto dal’Uefa.

A Roma un gruppo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura hanno occupato il Globe Theatre per protesta. Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo, i lavoratori chiedono una riforma strutturale del settore, devastato dalla chiusure causate dalla pandemia. La Rete dei lavoratori dello spettacolo reclama continuità di reddito e maggiore sostegno a chi lavora nel settore degli spettacoli dal vivo. Un grosso striscione alle loro spalle recita: “A noi gli occhi, please” richiamando lo spettacolo di successo di Gigi Proietti, che fu direttore del teatro.

C’è da dire che una cosa è un evento una tantum e altra sono decine di spettacoli difficilmente controllabili. Detto questo, cedere ai ricatti dell’Uefa e dare assicurazione che non si possono dare è folle. Prima si aprono le attività delle piccole imprese. Poi, forse, il circo.