Sono stati arrestati 4 clandestini nordafricani arrivati a Gran Canaria su un barcone e poi espulsi da un centro di accoglienza senza, però, essere rimandati a casa. I quattro hanno stuprato una giovane donna di 36 anni che si era avvicinata al gruppetto per prestare aiuto. La solita buonista che finisce male.
Secondo un rapporto di El Dia , uno di loro era stato precedentemente arrestato per reati simili nella zona di Mogan, ed era stato successivamente rilasciato.
Lui e altri tre, tutti nordafricani giunti a Gran Canaria in barcone ed espulsi dai centri per immigrati dove inizialmente risiedevano, sono stati arrestati lunedì 1 marzo.
Mercoledì 3 marzo, sono comparsi in tribunale per rispondere a cinque accuse di violenza sessuale; uno ciascuno per tre degli imputati e due per il quarto.
La vittima di 36 anni, descritta dalla stampa come una residente irlandese che vive nella zona da diversi anni, ha detto di essersi avvicinata al gruppo di giovani migranti per chiedere come stavano e vedere se poteva aiutarli. E loro l’hanno presa in parola: l’hanno trascinata via e brutalmente stuprata, a turno.
Un medico ha confermato che le lesioni subite dalla donna.
La Guardia Civil dell’ufficio di Porto Rico-Mogan ha avviato un’indagine per individuare e arrestare i presunti autori.
Il sindaco di Mogan, Onalia Bueno, ha detto ieri che, se confermato, spera che i detenuti vengano trasferiti al Centro di internamento per stranieri (CIE) a Las Palmas de Gran Canaria in modo che possano essere successivamente deportati.
Ah, li rimpatriano solo dopo uno stupro.
Il crimine maggiore é quello della martellante propaganda dei paesi occidentali, pervasiva fin dalla scuola, per arrivare ad ogni singola pubblicità, senza neppure parlare della stampa.
Si tenta di normalizzare una realtà che non é mai esistita e non esiste, e cioè che le persone siano, in sostanza, tutte uguali.
Si ottiene il risultato di far abbassare le difese naturali delle persone, che quindi giudicano secondo il proprio metro – inquinato peraltro dalla propaganda degli “umani” – chi hanno davanti, e pensano che chi hanno davanti segua i suoi stessi valori o schemi logici e comportamentali, sublimati magari dall’aver tanto sofferto, viaggiato, sperato.
La ben diversa realtà é che l’assoluta maggioranza di clandestini, detti profughi, sono probabilmente il peggio dei loro stessi paesi; sono soggetti in fuga, spesso, dalla giustizia, dalla polizia, da chi li cerca perché, magari, hanno commesso qualche grave condotta verso altri; sono persone che per essere li hanno mentito, chiesto a organizzazioni criminali, probabilmente rubato ad altri, se non ammazzato.
Il fenomeno poco spontaneo fomentato dalle varie organizzazioni sposta masse rappresentative, nei grandi numeri, il peggio del peggio.
E i traditori sul ponte di comando hanno rammollito e rincretinito le vittime, per rendere più facile il diffondersi di questa malattia, addirittura colpevolizzando le stesse se si permettono quel minimo di senso critico, di logica e di prudenza, che rende ovvio, quando si cammina sul sentiero ghiacciato prospiciente il burrone, mettere i piedi il più possibile lontano dallo strapiombo.
Verissimo!Non hanno calcolato lo zoccolo duro, ovvero quelli che sanno benissimo che cosa arriva e sanno che non sono esseri umani.
Non capisco la difficoltà dei più ad arrivarci, propaganda o meno mi pare naturale…
Gran bel commento. Ragionato. Coerente.
E’ la prima volta che ti leggo, e subito ti apprezzo.
(riferito a Liuk)
E fosse solo la “pubblicità”…
https://www.nature.com/articles/s41436-021-01109-w
From its earliest days, the field of human genetics has had a complex, and at times troubling, connection with racist ideologies. Although the modern field of human genetics and genomics has come a long way from those earlier errors, systemic racism remains ingrained in its institutions and practices. Although a variety of efforts are needed to excise systemic racism, we focus in this commentary on the work that must be done in scientific publishing in genetics and genomics. We propose eight principles that are both scientifically grounded and antiracist that we hope will serve as a foundation for the development of policies by publishers and editorial boards that address the unique needs of the field of genetics and genomics. Publishers and journals must go beyond mere policies, however. Editors and reviewers will need training on these policies and principles, and will benefit from resources like rubrics that can be used for evaluating the adherence of submissions to these guidelines.
Purtroppo questa maledetta propaganda continua imperterrita: tra i telegiornali che aprono i notiziari con le notizie sui contagi, mentre la ordianaria cronaca nera e bianca, passano in secondo luogo.
Anche attraverso Sanremo che all’apparenza può sembrare neutro,(almeno i conduttori lo sono) per poi arrivare l’ospite che si occupa della propaganda;anche questa è astuzia, poiché sull’ospite si scarica la responsabilità della propaganda facendola apparire cone una “opinione personale”. Per fare un esempio credo sia successo l’altra sera con la Pausini, autrice della colonna sonora del film-declino della Loren, ove chiosando sul testo rilanciava messaggi di “accoglienza del diverso”.
Ieri sera anche il famoso brano di Dalla in apertura sembrava che celebrasse la figliolanza bastarda dell’invasore.
Spero solo di essere paranoico.
Sanremo non lo vedo, ma lo subisco perché mi capira di trovarmi a cenare mentre mi scorrono davanti le immagini del baraccone nazionalpopolarespaghettomandolinaro.
Gentile Ugo,
La ringrazio, ma in realtà é mera osservazione.
In effetti, come hanno ben evidenziato altri, stupisce che la massa non riesca a vedere ciò che davanti, ciò che sta vivendo, e si ostini a vivere secondo schemi narrativi rivelatisi, concretamente, fasulli. Probabilmente, i padroni del discorso hanno fatto conto sul fatto che la maggior parte delle persone ha scarse doti logiche. Problema é che hanno pure tolto l’istinto, che invece non manca, seppur nella forma predatoria tipica del substrato di provenienza (un per l’altro, vale per quasi tutti), a chi invade il paese.
Il dubbio è se valga la pena combattere per una massa simile di concittadini.
Ma si può superare avevolmente: ciò che si tenta di fare non lo si fa per loro, ma per l’Italia, che pure essi compongono, ma che non riescono, non dico ad apprezzare, ma neppure comprendere.
Pur essendoci nati, e pur non avendo quell’atavica invidia, che si distilla in odio distruttivo, di chi proviene da situazioni che non arriveranno mai a produrre neppure un centesimo, in tutti i possibili termini, di ciò che é l’Italia.
Concordo anche se penso che la lotta debba avvenire anche contro chi rifiuta di vedere la realtà, persone prive di senso critico, di autoconservazione, di memoria…dobbiamo lottare x noi stessi e la natura provvederà x prima alla selezione.