Bonaccini indagato, aveva minacciato chi vota Lega: “Se vinco io siete finiti”, l’audio choc

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Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, risulta indagato in un fascicolo per abuso d’ufficio, aperto dalla Procura di Ferrara sulla vicenda delle presunte pressioni denunciate un anno fa, con un esposto, dal sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato, a cui era allegato l’audio di una telefonata tra i due:

“Ritorsioni di Bonaccini se voti Lega”: telefonata lo incastra – VIDEO

“Sono tranquillo, esattamente come le ero un anno fa. Non solo perché ho fiducia nell’azione della magistratura, ma anche perché sono totalmente estraneo ai fatti riportati. Peraltro della trasparenza e dell’onestà ne ho fatto le bandiere del mio impegno politico amministrativo, come sa bene chi mi conosce”, ha scritto Bonaccini, sulla sua pagina Facebook, commentando la sua iscrizione nel registro degli indagati. “Tengo sempre nettamente distinti il piano politico da quello istituzionale. Su questo, parla per me la mia storia: non credo si possa non dico dimostrare, ma neppure sostenere che la Regione Emilia-Romagna abbia mai riservato un trattamento di sfavore al Comune di Iolanda di Savoia” aggiunge.

La vicenda:

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Plata o plomo, è così che il Pd raccatta voti (raccattava) nelle ex regioni rosse. Una rete di clientele tra banche e coop (impegnate negli ultimi anni nel business dell’accoglienza) che garantisce voti al Partito Stato:

Si mette male per Stefano Bonaccini. Il vicesindaco di Jolanda di Savoia, Elisa Trombin, assieme al primo cittadino Paolo Pezzolato, hanno denunciato un fatto eclatante: la Trombin, non appena candidatasi con Lucia Borgonzoni, ha visto tagliare le risorse da tre amministrazioni limitrofe a guida Pd al suo comune ferrarese. E così è stato lo stesso Pezzolato a presentare un esposto alle istituzioni giudiziarie, all’interno del quale – svela il Resto del Carlino – spunta una testimonianza: “Elisa telefonò a Bonaccini, in quanto questi l’aveva incalzata per sapere se avessero sciolto le riserve”. Chiusa la chiamata, “Elisa, visivamente turbata, riferiva a me e agli altri commensali che Bonaccini, avendo appreso del suo diniego e della sua adesione alla lista contrapposta, aveva assunto un tono irritato, tanto da chiudere la comunicazione con una frase che lei ci riportò testualmente: ‘Se vinco io, tu e il tuo Comune siete finiti'”.

Il giorno dopo, il governatore uscente avrebbe telefonato anche al sindaco. Telefonata della quale esiste anche un audio che la Lega si dice pronta a pubblicare. Bonaccini, infatti, avrebbe detto a Pezzolato che “il fatto che Elisa fosse schierata con la parte avversaria, se confermato, avrebbe fatto sì che succedesse ‘qualcosa rispetto ai rapporti con voi'”. Quella del dem sembrerebbe una vera e propria minaccia, visto e considerato che quel “qualcosa” sarebbe la scelta di alcuni comuni, tutti a guida centrosinistra, di non partecipare (e in un caso revocare) alla collaborazione con Jolanda.




2 pensieri su “Bonaccini indagato, aveva minacciato chi vota Lega: “Se vinco io siete finiti”, l’audio choc”

  1. La musica non cambia.Nel’74 a scuola incontrai 3 elementi di lotta continua che mi dissero”o con noi,o contro di noi”.Erano 3 stronzi che credevano di fare i furbi e dettare legge.Solo che avevano trovato la persona sbagliata.Sono iniziate a volare sberle,calci e pugni.Poi la Polizia e tutti in questura.Ho raccontato le cose come sono andate e me ne sono ritornato a casa,per la verità,un poco ammaccato.Qualche giorno dopo,sono arrivati gli amici loro a dare man forte.Erano un gruppo ben nutrito il solito branco di stronzi emmoroidali.Di quelli che una volta cresciuti vanno a finire poi in parlamento.A quel tempo per questi bastardi figli di puttana era di moda la chiave inglese intesa non come strumento di lavoro(se gli davi un martello in mano diventavano campioni olimpionici)ma come arma impropria.E fu li che il commissario mi disse di imbarcarmi e di andarmene via perché questi lerci comunisti merdosi non scherzavano affatto.E sarei finito certamente al neurologico con la testa fracassata.

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