IMMIGRATI SBARCATI A LAMPEDUSA STANNO PREPARANDO STRAGI DI NATALE: SI ADDESTRANO IN ITALIA

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Allarme terrorismo: si teme un attentato anche per questo Natale. Le festività, condizionate dall’emergenza Covid e dalle limitazioni anti-contagio, non sono immuni dal rischio attentati. Colpire in questo periodo dell’anno è per gli estremisti islamici l’occasione per ottenere una maggiore esposizione mediatica. Ricordiamo quanto accaduto nel dicembre 2016, quando il tunisino Anis Amri si lanciò con un furgone contro la folla in uno dei tradizionali mercatini di Natale di Berlino. Le restrizioni per l’emergenza sanitaria non creano occasioni di assembramento, ma il terrorismo di matrice islamica è tornato a colpire. Il 30 ottobre c’è stato l’attacco di Nizza, il 3 novembre a Vienna, quindi il pericolo attentati è concreto.

Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dell’esperto di anti-terrorismo Aimen Dean che in una conferenza tenuta a Londra ha confermato l’allarme: «Dobbiamo essere preoccupati per una possibile ondata di terrore che sta arrivando dal nord dalla Siria e dalla Libia». Tra i Paesi europei nel mirino dei terroristi ci sono Francia, Gran Bretagna e Germania. A Londra l’allerta è stata innalzata a “grave”, a Berlino i servizi segreti parlano di 627 attacchi potenziali sventati o potenzialmente in fase esecutiva.

Per quanto riguarda l’Italia, anche le nostre forze di sicurezza sono in allerta, sebbene il nostro Paese non sia bersaglio diretto delle cellule. I terroristi, infatti, “usano” il nostro Paese come base logistica. Questo non vuol dire però che il pericolo terrorismo e quindi il rischio di attentati in Italia sia inesistente. Come riportato da Il Giornale, da diverse indagini è emersa la presenza di personaggi, talvolta “cani sciolti” senza una organizzazione alle spalle, che si addestrano con l’obiettivo di portare a termine azioni violente. Sul rischio di un attentato a Natale interviene anche l’Interpol, che accende i riflettori su un altro fenomeno.

In un rapporto pubblicato il 22 dicembre scorso spiega che i gruppi terroristici internazionali stanno approfittando della pandemia Covid per aumentare la loro influenza sulla popolazione per rafforzare il loro potere o ottenere risorse finanziare esterne. «I terroristi, come altri criminali, hanno cercato di approfittare del Covid oer fare soldi, rafforzare le loro basi e provocare divisioni», ha dichiarato il segretario generale dell’Interpol Jurgen Stock.

L’Europa a rischio attentati islamici dopo Nizza, Vienna e Parigi. Un leader dello Stato Islamico starebbe coordinando nuovi attacchi durante il periodo natalizio come ritorsione per la ripubblicazione delle vignette sul giornale satirico francese Charlie Hebdo.

I membri dei servizi di sicurezza britannici hanno segnalato che piani di azioni terroristiche sono stati messi a punto dalla leadership dello Stato Islamico operanti nelle aree della Libia e della Siria settentrionale controllate dagli islamisti e sarebbero coordinate da Abu Omar al-Shishani.

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Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, meglio noto come Abu Omar al-Shishani, è stato un militare e terrorista georgiano, in precedenza sergente dell’esercito georgiano e già comandante delle formazioni armate dello Stato Islamico in Siria; tra questi ranghi era meglio conosciuto col nome di battaglia Abū ʿOmar al-Shīshānī, “Abu Omar il Ceceno”. Si riteneva che Al-Shishani fosse rimasto ucciso in un attacco aereo statunitense nel 2016. Tuttavia, varie fonti e in ultimo la segnalazione proveniente dal Regno Unito, smentirebbe questa ipotesi e considererebbe al Shishani come leader dell’Isis operante al di fuori dei confini siriani.

Il leader islamico starebbe progettando una serie di sanguinosi attentati per vendetta dopo la pubblicazione delle vignette sul pedofilo islamico.

Così un agente segreto dell’M16: “Temo di non portare buone notizie, ma dobbiamo essere preoccupati per l’ondata di terrore che sta arrivando dalla Libia per il Natale di quest’anno”.

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Le squadre di miliziani sarebbero state inviate dalla Siria attraverso la Turchia o attraverso il Mediterraneo dal Nord Africa in Europa e, secondo l’ex funzionario dell’MI6, i jihadisti avrebbero approfittato dell’allentamento dei controlli sull’immigrazione clandestina, soprattutto dal nord Africa all’Italia, dovuto alla crisi per la pandemia del Covid 19 che mantiene impegnate le Forze di Polizia nei controlli alla popolazione locale piuttosto che a reprimere il fenomeno migratorio clandestino.

Il 3 novembre un uomo armato, identificato come un cittadino macedone-austriaco di origine albanese, il 20enne Kujtim Fejzulai, aveva sparato a a caso tra la folla di Vienna uccidendo quattro persone e ferendone una decina. Fejzulai, che è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalla polizia, era un simpatizzante dell’Isis che era stato rilasciato prematuramente dal carcere dopo aver scontato una pena per reati di terrorismo. Aveva tentato, senza riuscirvi, di recarsi in Siria per unirsi al gruppo terroristico del Daesh.

Il 29 ottobre scorso, il 21enne tunisino Brahim Aoussaoui, aveva ucciso tre persone all’interno della Cattedrale di Notre Dame a Nizza. Aoussaoui era giunto a Lampedusa lo scorso 20 settembre a bordo di un barcone di clandestini. Dopo lo sbarco era stato indagato dalla Procura di Agrigento per immigrazione clandestina, non è chiaro anche se per favoreggiamento, ed era stato confinato in quarantena a bordo della nave Rhapsody fino all’8 ottobre quando fu fatto sbarcare a Bari. Le autorità italiane avevano emesso nei suoi confronti un foglio di via. Ma il giovane attentatore, entrato in Francia clandestinamente, grazie ad un foglio rilasciato dalla Croce rossa italiana, aveva ottenuto un permesso temporaneo di soggiorno.

Il 16 ottobre un 18enne rifugiato ceceno, Abdoullakh Anzorov, ha decapitato l’insegnante Samuel Paty in un sobborgo fuori Parigi per vendicarsi delle vignette satiriche su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo. Paty le aveva mostrate e commentate nel corso di una lezione sulla democrazia tenuta in un istituto superiore francese.

Mentre la rivista dall’epoca dell’attentato ha spostato la redazione parigina per la sicurezza del personale che, comunque, continua a ricevere minacce di morte, a settembre Zaher Hassan Mahmood ha lanciato un attacco di coltello fuori dall’ex quartier generale, ferendo due persone. Il cittadino pakistano ha ammesso, secondo fonti di Polizia, di aver agito per vendetta dopo la ripubblicazione delle vignette. Mahmood è stato accusato di reati di terrorismo.

La sintesi degli ultimi drammatici eventi accaduti in Europa negli ultimi 3 mesi, che alcuni media hanno voluto consapevolmente porre in secondo piano rispetto all’emergenza del Coronavirus in atto, altro non fa che riproporre, per l’ennesima volta, un quadro inquietante: l’Italia è la testa di ponte riconosciuta per l’organizzazione, l’arrivo e lo smistamento di miliziani islamisti inviati in “missione” dalle leadership dei network jihadisti.

Riconosciuto obiettivamente che dalla Libia e dalla Tunisia arrivano i maggiori pericoli per l’incolumità pubblica, non solo italiana ma più in generale europea, ci troviamo di fronte a una completa sottovalutazione del fenomeno da parte della politica. Solo considerando i rischi derivanti dai continui sbarchi che avvengono quotidianamente, la maggior parte dei quali non vengono intercettati dalle forze dell’ordine e, senza arrivare a parlare di terrorismo, è evidente il pericolo che i clandestini, completamente fuori controllo, alimentino un possibile nuovo innalzamento della pandemia già in atto.

Se l’Italia fino ad oggi è rimasta immune da azioni eclatanti di terroristi islamisti, è perché è considerata una sorta di terra di nessuno, dove chiunque può trasgredire leggi o provvedimenti di emergenza, certo di rimanere impunito o, comunque, di non rientrare nella trascurabile percentuale dei “rimpatriati”.

Il “target Italia”, non è comunque una mera ipotesi. Sebbene le cellule jihadiste abbiano ricevuto istruzioni per azioni localizzate in Francia, Germania e Regno Unito, non può escludersi in toto l’ipotesi che possano entrare in azione, anche nel nostro Paese, i cosiddetti “lupi solitari”, autoindottrinati, autonomi e determinati a colpire a costo della vita. In nome del Jihad.

Ricordate, la prima strage islamica in Italia verrà fatta da un clandestino sbarcato a Lampedusa e rilasciato sul territorio con un foglio di via. Il giorno dopo, Conte, ti veniamo a prendere.




4 pensieri su “IMMIGRATI SBARCATI A LAMPEDUSA STANNO PREPARANDO STRAGI DI NATALE: SI ADDESTRANO IN ITALIA”

  1. C’è poco da innalzare, non si vogliono attentati?Via TUTTI i mussulmani dall’occidente, non ne resti mezzo!!!

    1. Pare che x te esista solo un limbo nel quale attendere prove e controprove, seduto su un trono dal quale sollevi dubbi persino sul sorgere del sole…contento tu…

I commenti sono chiusi.