Sardegna, dal barcone alla barca a vela: così sollazzano i clandestini

Vox
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La Sardegna è una regione ricchissima senza disoccupazione e i giovani locali hanno molteplici opportunità di lavoro senza dovere emigrare, quindi è giusto che dei ricchi privilegiati facciano giocare al velista clandestini, mentre questi vivono a spese nostre in hotel trasformati in centri di accoglienza.

E’ scappato dal suo Paese, il Niger, per arrivare in Italia attraversando il Mediterraneo a bordo di un barcone. Ora ha trovato nella barca a vela un’occasione di riscatto.

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Yahia, quando è arrivato in Sardegna su un’imbarcazione di fortuna, non sapeva nuotare. Oggi è diventato uno degli skipper più bravi dell’associazione New Sardiniasail, che si occupa di inclusione sociale tramite la pratica della vela.
La svolta, dopo aver dimostrato doti di grande lavoratore al centro per migranti di Villacidro (cittadina che si trova a circa 50 chilometri da Cagliari), arriva all’ufficio immigrazione della Polizia di Cagliari. Lì, per il rinnovo del permesso di soggiorno incontra Simone Camba, presidente della New Sardiniasail .
Nato nel 1992 e fuggito dal villaggio del Niger – uno dei Paesi più poveri della Terra – Yahia in Sardegna ha trovato accoglienza e l’opportunità di costruire il suo futuro nel mondo della nautica.
“Non sapeva nuotare e tanto meno aveva la minima idea di come fosse fatta una barca a vela – spiega Camba – Oggi Yahia è tra i più presenti del nostro team. Vederlo crescere e migliorare giorno dopo giorno mi ripaga di ogni sacrificio”, conclude.

Fate completamente schifo.