“Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie”, ha affermato Andrea Crisanti.
Crisanti ha sottolineato di essere totalmente a favore dei vaccini, “ma questi di cui si parla sono stati sviluppati saltando la normale sequenza Fase 1, Fase 2 e Fase 3. Questo è successo perché hanno avuto fondi statali e quindi si sono potuti permettere di fare insieme le tre fasi perché i rischi erano a carico di chi aveva dato i quattrini”.
“Facendo le tre fasi in parallelo, uno si porta appresso tutti i problemi delle varie fasi. Quindi è vero che si arriva prima, ma poi c’è tutto un processo di revisione che non è facile da fare. In questo momento non abbiamo una vera arma a disposizione. Dobbiamo creare un sistema di sorveglianza nazionale che superi le differenze regionali, per equiparare le differenze tra le varie regioni”.
Un vaccino di cui non si conoscono gli effetti collaterali a medio termine potrebbe andare bene solo per i novantenni e chi rischia la morte se contagiato. Per tutti gli altri è un crimine.
“Il vaccino il primo lo farete ECCOME”… parla per te stesso.
C’è un fondo di verità in quanto dice Vocelibera, i comunali, statali ecc dovranno farlo o probabilmente perderanno il lavoro. Ottima scusa per mettere a posto loro posto degli stranieri. Potrebbero addirittura levarci la facoltà di entrare in un ospedale per cure o rifiutarsi di farci esami clinici.