Zaia: “Numeri paurosi, è come in tempo di guerra”

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“Noi crediamo nei tamponi, ma la mole quotidiana di positivi di questi giorni è molto superiore a quella di marzo. Il contact tracing è la nostra forza, ma se c’erano già difficoltà allora, adesso sono ancora di più. Non abbiamo gettato la spugna, ma i numeri sono paurosi”. E’ l’allarme lanciato oggi dal governatore Luca Zaia, commentando i dati di questi giorni di diffusione del Covid.

Pur spiegando che “i contagi crescono alla grande perché li cerchiamo”, il governatore del Veneto ha sottolineato che “quando si hanno 1.325 contagiati in 24 ore, significa che questi generano 20.000 contatti. Bisogna spiegare ai cittadini che oltre un certo limite non si va. E’ come in tempo di guerra: non puoi andare al pronto soccorso dopo il bombardamento della tua città e pretendere che ti facciano il triage….”.

“Facciamo quasi 30 mila tamponi al giorno. Avete idea di cosa voglia dire?”, il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha risposto a chi critica la sua amministrazione di fare pochi test. “Abbiamo un ingegnere gestionale che segue tutti i tempi e i metodi per i tamponi. Abbiamo dichiarato che dobbiamo riuscire a farlo in 7/8 minuti – ha detto il governatore durante il suo intervento nell’aula del Consiglio regionale -. E’ inutile che facciamo credere ai veneti che possiamo fare tamponi all’infinito, è impossibile, perché oltre un certo limite non si può andare”.

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“Nei prossimi giorni emetterò un’ordinanza che prevede delle restrizioni per evitare gli assembramenti ma non ci sarà nessun lockdown”. Lo ha annunciato oggi il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera. Zaia ha detto che “anche il modello di sanità pubblica presentato nei giorni scorsi verrà in parte modificato”.

Il governatore, dopo aver sottolineato di non voler anticipare nulla, ha spiegato: “Oggi siamo ancora nella seconda fase, quella azzurra, con 66 pazienti in terapia intensiva su un totale di 588 ricoverati in ospedale. Non c’è alcuna emergenza sanitaria ospedaliera ma dobbiamo evitare a tutti i costi il collasso della sanità arrivando alle fasi successive con oltre 150 ricoveri in terapia intensiva”. “A quel punto – ha detto il presidente del Veneto – dovremo attivare dieci ospedali Covid dedicati solo ai pazienti di coronavirus. Ospedali che verranno sottratti alle cure ordinarie”.

Secondo Zaia “l’unico sistema per risolvere la grave carenza di medici attuale è quello di mandare i neolaureati in corsia”. “Oggi – ha ricordato – in Italia mancano 56.000 medici e in Veneto la carenza è di 1.300. Tutto ciò è dovuto ad una mancata programmazione negli anni passati, al numero ristretto di ingressi nelle specializzazioni. Io non ho nulla contro le specializzazioni -ha tenuto a sottolineare – ma dico che i medici, una volta laureati, devono entrare in corsia, devono essere messi in condizione di poter lavorare, come avviene negli altri Paesi”.

Quanto alle regioni, “pensare di fermare i passaggi tra regioni vuol dire fare il lockdown. Meglio la mascherina per i cittadini, anziché pensare ai confini delle regioni o ai mini-lockdown per mettersi il cuore in pace – ha sottolineato – Se fermo i passaggi tra regioni devo bloccare tutto, decidere che la mia comunità è la più sana delle altre, mettere una campana di vetro. Come posso accettare che mi arrivi un cittadino da Francia o Germania e mettere una barriera sulla Lombardia o sulla Campania? E’ un fatto psicologico, ma è limitativo da un punto di vista epidemiologico”.




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