
“Ci siamo presi il tempo di leggere ed analizzare tutti i documenti desecretati – affermano in una nota – Riteniamo che i contenuti dei documenti emersi, particolarmente quelli che anticipano il lockdown nazionale, denotino che chi ha ammazzato la nostra gente non siano stati ‘il nemico invisibile’ o il ‘virus assassino’”.
I verbali desecretati accusano in modo evidente Conte. All’inizio di marzo gli esperti proposero di istituire zone rosse e blindare due comuni nella bergamasca particolarmente a rischio. Alzano Lombardo e Nembro. Ma Palazzo Chigi rifiutò:
CTS chiese a Conte zona rossa a Nembro e Alzano: la pistola fumante
“Ci chiediamo – proseguono – come si possa arrivare alla terza settimana dalla dichiarazione dello Stato di emergenza senza avere una cernita completa dei letti a disposizione negli ospedali. Particolarmente nelle terapie intensive. O come si possa aver pensato che non fosse necessario tracciare gli asintomatici. Non siamo stati di fronte ad una pandemia, ma all’ennesimo caso di malagestione italiana. Ci siamo a lungo chiesti perché si sia deciso di tenere degli atti pubblici secretati per cosi tanto tempo. Ora abbiamo una risposta”.
“Come rappresentanti dei familiari delle vittime ci sentiamo umiliati ed offesi – concludono Locati e Fusco intervistati dal Giorno – Crediamo che quei documenti rappresentino un oltraggio alla decenza ed al pudore. Per questo motivo, non intendiamo rilasciare dichiarazioni alla stampa fino a quando riterremo necessario ritornare a farlo. Il nostro silenzio sarà il silenzio di tutti i familiari delle vittime. Non solo quelle di coronavirus, ma anche di quelle che a causa dell’emergenza hanno dovuto posticipare cure ed operazioni importanti e che, pur potendo sopravvivere, ci hanno lasciato in questi mesi. Migliaia”.

Governo di 💩