Orlando ha metà del cervello funzionante:
No alla realizzazione di Decathlon, no alla costruzione ex novo di un’area dedicata al colosso Ikea, no alla concessione dello stadio Renzo Barbera alla nuova società calcistica nata dalle ceneri della Us Città di Palermo. Insomma, tutto fermo anche se questa resta la città dei tanti rendering e dei pochi progetti attuati.
Orlando vuole più migranti. Ma nega i permessi ai colossi del commercio
Posted by Il Giornale on Monday, June 22, 2020
Quello che stupisce, fino ad un certo punto, è come non si rendano conto che ‘Ikea’ e immigrazione si tengono insieme. Sono facce della stessa medaglia.
Le multinazionali della vendita al dettaglio collidono col suo sogno di una grande kasbah maleodorante e marrone (finanziata dalle tasse dei contribuenti).
Notare la sardine, non mi sembra neanche italiana, accanto.
Le multinazionali vorrebbero il cittadino, pardon, suddito, povero, ignorante, come le orde afroamericane che fanno a botte durante il venerdì nero per i migliori sconti. Ci ridono sopra, dai capireparto che sono caghette agli amministratori delegati, a vedere questa umanità mentre gli vendono cianfrusaglie e magari quegli sciagurati si indebitano pure.
Ma è proprio in queste fratture che bisogna insistere e mandarli in tilt. Può sembrare impossibile ora che i liberal radicali dominano ogni ambito e mettono all’angolo, o uccidono fisicamente nei casi più gravi, i loro nemici. Ma è fattibile, ogni grande potere ha in se il seme della sua decadenza, solo che nel sole pieno del meriggio le ombre sono nascoste, ma sono destinate a divenire sempre più lunghe col tramonto.