Gli italiani odiano Aisha. La colpa è dei due sconsiderati che l’hanno esposta al pubblico ludibrio quando, invece, andava protetta anche da se stessa con un rientro riservato.
“Decine di messaggi di odio” e un’inchiesta che, attualmente, è a carico di ignoti: “Nessun gruppo di estrema destra è oggetto di indagine” fanno sapere alcune fonti investigative e “al momento non ci sono indagati”. Gli inquirenti milanesi si concentrano, per ora, sulle minacce rivolte a Silvia Romano, la giovane cooperante appena rientrata a Milano dopo essere stata rapita da terroristi islamici in Africa e convertita all’Islam.
Post, tweet, ma anche lettere e volantini con esplicite minacce di morte, trovati vicino casa. Nei prossimi giorni la giovane tornerà davanti al pm e le verranno sottoposti i messaggi raccolti per capire se le intimidazioni provengano da qualcuno che conosce e se nascondono altri significati. Verranno ascoltati anche il padre Enzo e lo zio Alberto Fumagalli, già ascoltata ieri la madre Francesca. Gli investigatori stanno cercando di risalire agli autori dei messaggi, alcuni subito cancellati dai social, tanti scritti da anonimi, altri con nomi e cognomi. Si stanno verificando anche eventuali collegamenti tra gli autori delle minacce e gruppi di estrema destra, per adesso le indagini non escludono nessuna pista. Le critiche infatti piovono da ogni fronte. Tra i messaggi al vaglio del pm Aberto Nobili, che coordina il pool milanese dell’Antiterrorismo, anche quello di Vittorio Sgarbi, secondo il quale la 24enne “va arrestata” per “concorso esterno in associazione terroristica”.
Benché detesti le esternazioni di odio, non mi sento di condannare questa gente che la insulta. Dopotutto sono loro che hanno pagato il riscatto per questa sciaquetta che ha subito dichiarato di voler tornare in Africa il più presto possibile ( dal suo marito forse carceriere) invece di essere riconoscente alla nazione che l’avrebbe salvata…..
Mediolanum me genuit,somali rapuere,tenet nunc dimaius.Quadringenties centena milia eurorum me futui.