Vedova coronavirus si vende l’anello per pagare sepoltura marito: “Stato vuole 400 euro”

Vox
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“Non è vero che il funerale lo paga lo Stato. Mio marito è da un mese che aspetta nel deposito. È morto il 23 marzo, è stato cremato, ma adesso mi chiedono 400 euro. Aspetterà un altro mese la sepoltura e intanto sono costretta a pignorare i ricordi di una vita insieme”.

Così Concetta, signora italiana di 78 anni di Torino.

“Me l’hanno ucciso: andava in ospedale a fare la dialisi, ma stava bene: è lì che ha preso questo virus, l’ultima volta è entrato e dopo otto giorni non c’era più”, ha detto ancora la 78enne.

Questo Stato di merda spende 1.000 euro per seppellire in Italia un clandestino. Vanno addirittura a ripescarli in Libia per farlo.

Ma se muore uno dei nostri. Un anziano. Per colpa di un governo che ha gestito l’epidemia come ha gestito ogni cosa da quando è in carica – alla cazzo – allora la moglie sopravvissuta deve impegnarsi l’anello.

Ma che schifo. Ma che orrore. Ma che governo da abbattere con tutta la forza che abbiamo.

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A noi non entra in testa che una povera donna italiana debba fare la fila al banco dei pegni per dare degna sepoltura al marito morto. Mentre poi accade questo:

Unico business aperto è l’accoglienza: manteniamo 85.229 immigrati in hotel

C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo tipo di società.

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Un grido di dolore disperato di una donna anziana a cui il virus ha portato via il marito e che ora si sente abbandonata a se stessa. Una storia affatto anomala, purtroppo, perché in coda alle prime luci dell’alba, di fronte all’ingresso del monte di pietà di Torino, assieme a lei c’erano decine di persone. Pensionati, liberi professionisti, disoccupati, partite Iva che chiedono liquidità per poter andare avanti. Ma i soldi dallo Stato non arrivano e quindi si sono visti costretti a consegnare quei preziosi che avevano in casa: oro e gioielli a un banco dei pegni, in cambio di denaro per potersi pagare le spese quotidiane. Ricordi di una vita, spesso frutto di sacrifici, che adesso volano via. Sono scene da brividi che dovrebbero far pensare e soprattutto intervenire un governo allo sbando che partorisce chiacchiere, promesse e decreti confusi.

“È la quinta volta che ci provo, non ho figli sono sola, pignoro qualcosa per avere dei soldini”, ha dichiarato un’anziana signora di 86 anni. Un dramma che sta coinvolgendo e travolgendo milioni di italiani in tutta Italia. Si parla di un aumento di oltre il 30% di persone che si rivolgono al banco dei pegni rispetto ai dati registrati prima dell’emergenza coronavirus. “Ci stiamo accorgendo negli ultimi giorni dell’aumento di clienti”, ha rivelato Rainer Steger, codirettore generale di Affide (la più grande società di creduto su pegno in Italia). “Alla nostra sede principale al Monte di pietà di Roma abbiamo la coda già prima dell’apertura. Dopo un primo momento di flessione abbiamo avuto il picco negativo nella seconda metà di marzo, causa la limitata mobilità”, ha detto Steger. “Ora stiamo recuperando i numeri pre-Covid, ma evidenziamo l’arrivo di persone nuove e immaginiamo saranno sempre di più nei prossimi mesi”.

In tutto questo, abbiamo un’opposizione che occupa il Parlamento ad ‘oltranza’ e poi se ne torna a casa dopo due giorni. Salvini, devi prendere la rabbia che sta per esplodere e scagliarla contro il governo. Manca poco. Tempo quasi scaduto.




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