Mascherine inutili: 80% non protegge dal coronavirus

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Come sempre, la corsa al low-cost cinese avviene a discapito della qualità. In campi strategici lo Stato deve intervenire per rendere le nostre produzioni convenienti ‘mettendo la differenza’, perché altrimenti vendiamo inondati di materiali scadenti. E le mascherine sono solo uno dei tanti casi che dimostrano il fallimento della Globalizzazione senza frontiere: il paziente zero dell’epidemia di coronavirus.

Addirittura 8 dispositivi di protezione individuale su 10 non proteggerebbero dal virus: «Sono inaffidabili», è stata questa la valutazione di Paolo Tronville, docente di ingegneria industriale assunto nella task force istituita per verificare la conformità presidi di protezione.

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Il compito del professore, assieme agli altri 17 esperti della task force – scienziati dei materiali, esperti di microbiologia, di ingegneria chimica e di medicina del lavoro delle università di Torino, del Piemonte Orientale e di Bologna – è quello di esaminare mascherine e camici all’interno di un laboratorio preposto all’ interno del Policlinico. «E in queste settimane è stato boom di richieste – racconta a La Repubblica – Soprattutto da parte delle aziende del territorio che si sono organizzate per mantenere viva la produzione, convertendola in mascherine, ma che, prima di metterle sul mercato, hanno chiesto di eseguire questi test».

«Molto presto quelle stesse inaffidabili mascherine potrebbero arrivarci gratuitamente proprio attraverso il servizio sanitario», spiega il professor Tronville.

L’80% delle mascherine controllate dal team, quelle stesse promosse da Arcuri a 50 centesimi l’una, sono quindi inservibili. Per questo i medici muoiono e gli ospedali sono diventati focolai dell’epidemia.

La politica «finora animata dall’urgenza di rispondere al bisogno di mascherine dei cittadini, ha dato carta bianca alle aziende sulle caratteristiche, aprendo di fatto anche a prodotti privi dei requisiti minimi per avviare il percorso di certificazione – continua il professore – Anche in Piemonte arriveranno a maggio, attraverso il servizio sanitario, mascherine selezionate attraverso una procedura d’ evidenza pubblica che però non richiedeva caratteristiche tecniche filtranti. Non saranno, insomma, neppure equivalenti a quelle più semplici, ma certificate, e cioè quelle chirurgiche».




4 pensieri su “Mascherine inutili: 80% non protegge dal coronavirus”

    1. Sì ma Putin era entrato in un reparto covid, chiuso con ricircolo d’aria piena di tosse e respiri di gente infetta e fortemente sintomatica. E doveva andare a stringere le mani e parlare con costoro, inoltre hanno adottato (quasi) il massimo del contenimento possibile, a parte un respiratore autonomo, per non far correre rischi al capo supremo.
      Se devi andare a fare la spesa anche se hai a che fare con un cliente o cassiera infetti devi essere veramente sfigato per infettarti se hai una mascherina ffp2 o p3.
      Sennò con questo ragionamento allora siccome non abbiamo il respiratore tutti liberi in discoteca o ai concerti a tossirci in faccia no?
      No. Le sedicenti autorità sanitarie dovranno essere mandate a processo per aver volontariamente alimentato l’idea che bastasse stare ad un metrino di distanza, ed abbiamo ben visto quanto serva per evitare un virus ‘contagiosissimo’.
      Comunque sia, io la mascherina la metto, un respiratore non un velo di stoffa, e si possono ancora trovare spulciando siti specializzati del settore, quando esco, a tutela mia e degli altri e mi fa proprio incazzare vedere in giro gente che sembra quasi dopo il 4 maggio il virus non sia più in giro. Ne vedremo delle belle, temo.

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