Il PN ha contattato telefonicamente il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa, Angelo Aliquò, che dovrebbe in teoria occuparsi di analizzare i 276 clandestini sbarcati dalla Ocean Viking a Pozzallo il 23 febbraio scorso.

In realtà non c’è alcuna prevenzione sanitaria in seguito all’emergenza coronavirus. Il governo ha mentito. I 276 immigrati sono stati sì messi in quarantena nell’hotspot di Pozzallo, mentre l’equipaggio della Ocean Viking è stato obbligato a stazionare nelle acque antistanti alla cittadina siciliana per 14 giorni. Ma senza l’esame per l’individuazione del coronavirus.
Tre clandestini, come avevamo scritto poche ore dopo lo sbarco, sono stati ricoverati presso l’ospedale Maggiore di Modica per problemi respiratori, uno per una tubercolosi. Gli altri due ancora non si sa.
Il direttore generale Aliquò ha dichiarato che sono stati effettuati solo 45 test per diagnosticare il coronavirus (tamponi), e sarebbero risultati negativi, anche per i tre ricoverati a Modica.
Questi 45 test sono stati richiesti dalla Prefettura e non dal governo. Perché il protocollo del ministero della Salute non lo prevede, come confermato da Aliquò: “Le procedure ministeriali dicono di fare il test solo a chi proviene da zone a rischio e che presenta dei sintomi”. La parola ‘asintomatici contagiosi’ non la conoscono.
Ovviamente #Repubblica divulga la solita disinformazione : “Sono tutti negativi i tamponi effettuati sui 274 migranti sbarcati quattro giorni fa dalla #OceanViking”. pic.twitter.com/2tvyJSOEry
— Francesca Totolo (@francescatotolo) February 27, 2020
Quindi abbiamo 231 clandestini provenienti da zone a rischio che non sono stati controllati. Ecco perché non trovano infetti tra i clandestini.
EPPURE:
Coronavirus, 44% di chi sbarca proviene da Paesi ad alto rischio
Hanno fatto test a tappeto a chiunque, ma non li fanno a clandestini provenienti da zone a rischio.

Forti sti africani, sembrano immuni.
Intanto ci sono i primi casi di recidiva, che sembrano più gravi. https://scienze.fanpage.it/coronavirus-primo-caso-di-recidiva-paziente-data-per-guarita-risultata-positiva-la-seconda-volta/
Bravo Marte! Interessante l’articolo, in fondo alle cose possiamo dare il nome che più ci conviene, se ci è familiare come il coronavirus, parente dell’ influenza, è rassicurante.
Immaginiamo per un attimo cosa sarebbe successo se avessero detto in tv: cari telespettatori in Cina c’è un epidemia di carbonchio. Statevi accuorti! 😆
Mi chiedo infatti se hanno paura che i tamponi possano in qualche modo (nelle mani giuste!) rivelari particolari interessanti e oscuri della vicenda, quali anticorpi sviluppati in seguito di un vaccino, che ad oggi ufficialmente non è disponibile per noi.
Anche se, avendo creato gli antidoti in fretta e furia, temo che questi ultimi possano rivelarsi più letali dello stesso virus, magari con esplosione ritardata. Ma si sa che le mie teorie sono fantascentifiche.