Christophe Castaner, ministro dell’Interno francese, ha dichiarato oggi che l’adolescente di nome Mila e la sua famiglia sono ufficialmente “protetti dalla polizia“, perché la ragazza è oggetto di minacce di morte per aver criticato l’Islam in un video diffuso sui suoi social.

«Non mi pento per niente delle mie parole, era davvero quel che penso», ha detto ieri sera in tv Mila, 16 anni, la liceale di Villefontaine (vicino a Grenoble) che dal 19 gennaio riceve centinaia di minacce di stupro e di morte, ha lasciato la scuola, ed «è sottoposta assieme alla sua famiglia a una protezione particolare da parte della polizia nazionale», ha detto ieri pomeriggio in Parlamento il ministro dell’Interno Christophe Castaner.
Cominciata come un litigio su Instagram, la vicenda di Mila è diventata un affare di Stato che rimette in discussione la nozione di laicità in Francia, l’abrogazione del delitto di blasfemia che risale al 1881, e infine la stessa convivenza tra francesi di origini e convinzioni diverse. Cinque anni dopo la strage di Charlie Hebdo per le caricature di Maometto, oggi una ragazzina rischia la vita per avere osato reagire alle offese di un gruppo di musulmani insultando la religione islamica.
Sabato 19 gennaio, Mila posta uno dei suoi video su Instagram. Quel pomeriggio un ragazzo scrive commenti sul video e cerca di agganciarla, lei resta educata ma respinge le avances, e a qual punto partono gli insulti. Il ragazzo e i suoi amici islamici la chiamano «sporca lesbica» e «francese di m…», ed è solo l’inizi:
Condannata a morte dagli islamici, ragazzina francese costretta a lasciare scuola – VIDEO
Ora è sotto scorta.
E la polemica si è allargata qualche giorno fa, quando la ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, intervistata da Europe 1, ha condannato le intimidazioni dei fedeli musulmani detto che “insultare la religione” è “grave” ed “è un attentato alla libertà di coscienza”.
Una frase che non è piaciuta a chi nel 2015 scese in piazza per dire “Je suis Charlie”. “Il governo ha abbandonato la libertà francese per sottomettersi al terrore islamista”, ha attaccato Nicolas Dupont Aignan, di Debout la France. In effetti le dichiarazioni della ministra si avvicinano a quelle del delegato generale del Consiglio francese del culto musulmano, Abdallah Zekri, per il quale la ragazza se la sarebbe “cercata”. “Deve assumersi le conseguenze di quello che ha detto, chi semina vento raccoglie tempesta”, ha infierito ai microfoni di Sud Radio.
Che la ragazza abbia usato parole offensive è fuor di dubbio. Ma la reazione è stata davvero spropositata. Tanto che la sedicenne di Villefontaine da settimane non può entrare a scuola perché non è possibile garantire la sua sicurezza e vive sotto protezione. Del caso si sta occupando direttamente il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer. Nel frattempo, ospite della trasmissione Quotidien del canale Tf1, Mila chiarisce di non pentirsi affatto delle sue parole.
“Rivendico il diritto di dire cose blasfeme, non devo nascondermi per questo motivo, non devo smettere di vivere”, ha detto al conduttore del programma. “Mi scuso con le persone che posso aver ferito – ha aggiunto – con chi pratica la religione in pace, non volevo prendere di mira gli esseri umani ma solo parlare della religione”. Cinque anni dopo l’attentato nella redazione di Charlie Hebdo il suo caso rimette in discussione il concetto di “laicità” nella patria dell’Illuminismo. La conclusione è disarmante: oggi chi parla male del Corano in Francia rischia la vita.

Dovrebbero essere gli insetti islamici a girare sotto scorta!Che schifo!Osano definirla “religione”.