Emendamenti a favore dei finanziatori di Renzi: questo governo deve cadere

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Open, le carte: “Nelle mail di Bianchi al governo Renzi le richieste di emendamenti graditi ai finanziatori della Fondazione”

Alberto Bianchi, il presidente della fondazione Open finito sul registro degli indagati con l’ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e traffico di influenze, scriveva direttamente all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi, inviando i testi degli emendamenti. Lo confermano le email, trovate dai finanzieri nello studio dell’avvocato. L’intreccio tra la Fondazione renziana, che avrebbe dovuto fi nanziare l’attività politica dell’ex premier incassando donazioni da imprenditori e privati, e le decisioni del governo emerge dagli atti dell’inchiesta di Firenze. La procura ha messo sotto accusale donazioni, sospettando che non sempre fossero dichiarate.

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E’ curioso che tutto questo venga fuori solo ora, dopo che Renzi ha lasciato il PD.

Comunque, qui abbiamo un governo che si regge sui voti di una banca d’affari. E’ indegno.

Un testimone racconta il ruolo del presidente Alberto Bianchi, fedelissimo di Renzi. Il sospetto dei pm è che gli onorari del legale fossero finanziamenti mascherati.

Doppi incarichi per «mascherare» i finanziamenti, airbus affittati per le trasferte all’estero e due cassette di sicurezza che dovranno adesso essere ispezionate dai magistrati. Ci sono nuovi elementi nell’inchiesta sulla Fondazione Open della Procura di Firenze che si concentra sul doppio ruolo avuto dal presidente Alberto Bianchi nella gestione dei fondi elargiti per sostenere la «carriera politica di Matteo Renzi». Materiale ritrovato durante le perquisizioni, ma anche testimonianze. Come quella di Alessandro Bertolini, alto funzionario della British Tobacco che si occupò di gestire i contratti di Bianchi. Il sospetto degli inquirenti è che gli «onorari» del legale fossero in realtà finanziamenti «mascherati» e per questo illeciti. Non a caso nel decreto di perquisizione emesso contro Bianchi si sottolinea che «appare degna di nota la circostanza che nell’anno 2016 la “British American Tobacco” non effettua “contribuzioni volontarie” a favore della Fondazione Open ma riceve una fattura da parte dell’avvocato Bianchi il quale, in base all’accordo, avrebbe ricevuto un compenso di circa 80 mila euro, destinato in parte a Open». Uno schema seguito con il gruppo imprenditoriale Toto e che — questa è l’ipotesi dell’accusa — potrebbe essere stato applicato anche ad altri finanziatori che in cambio ne avrebbero ricevuto vantaggi grazie a emendamenti alle leggi che venivano approvate, ma anche progetti e concessioni portati avanti quando a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi.