Invitano profugo nigeriano a cena: lui stupra la figlia di 3 anni

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Ospite nel comune di Castegnato, in provincia di Brescia, il 23enne nigeriano, con un permesso di soggiorno umanitario, quello abolito da Salvini che ora il Pd vuole reintrodurre per tornare a foraggiare le coop, era stato invitato a cena da una famiglia. Accogli il profugo!

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Lì, rimasto solo con la figlia della coppia, appena tre anni, ha deciso che doveva stuprarla.

Era stato il pianto della piccola a richiamare il padre, subito accorso per cercare di capire che cosa stesse accadendo. Poi, mentre aiutava la piccola a prepararsi per andare a dormire, la madre si era infatti accorta di evidenti tracce ematiche sulle mutandine e sulle parti intime della bambina, che lamentava anche dolori: il richiedente asilo nigeriano l’aveva stuprata.

I medici del pronto soccorso pediatrico degli Spedali Civili di Brescia avevano poi confermato l’avvenuta violenza. Le lesioni ai genitali erano state causate da un atto sessuale.

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Finito dietro le sbarre della casa circondariale Canton Mombello di Brescia con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore, il 23enne era stato poi trasferito nel carcere di Pavia.

Il test del Dna eseguito su alcuni campioni biologici prelevati dalle sue mani e dalle unghie hanno fornito una prova incontrovertibile di colpevolezza. Ora, è finalmente arrivata finalmente la condanna del tribunale di Brescia. Ma la pena è ridicola: 2 anni ed 8 mesi di reclusione. Al termine della pena, per il nigeriano è già pronta l’espulsione dal nostro Paese.

Lo stupro della bimba di soli tre anni era avvenuto durante lo scorso mese di aprile.




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