Salvini reagisce duramente alla delirante decisione della Corte Costituzionale:
Reciprocità e rispetto delle nostre leggi e regole, chiediamo troppo?
Non si sente certo il bisogno di un’altra Consulta Islamica…🔴 LINK 👉 https://t.co/rGttgRtpi8 pic.twitter.com/ZMulGl5nT6
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) December 5, 2019
La retribuzione annua netta che percepisce un giudice della Corte Costituzionale è pari a 427.416,99 euro mentre il Presidente – per il suo lavoro in più(?) – percepisce 512.900,44 euro compresa l’indennità di rappresentanza.
Per dare un ordine di grandezza: un giudice della corte costituzionale percepisce in un giorno, quanto un operaio percepisce in un mese, ovvero circa 1.400 euro: chi dei due partecipa di più alla creazione di ricchezza del paese?
Stipendi vergognosi per individui che non fanno praticamente nulla per il paese, se non vomitare sentenze dannose e di parte.
Ma non basta, al termine del loro “servizio”, che dura qualche anno, percepiscono una pensione e un’indennità di buonuscita che varia in relazione ai percorsi professionali di ciascun Giudice costituzionale e quindi alle differenti posizioni maturate nel corso della carriera.
I veri privilegi non sono in parlamento – anche se ce ne sono – sono nelle magistrature e nelle varie oligarchie burocratiche.
Ah, se per caso ve lo foste chiesto, sì, hanno anche l’auto blu. Infatti un’autovettura è assegnata a tutti i Giudici in virtù di un regolamento interno – si fanno i regolamenti “interni” per assegnarsi privilegi – ed in considerazione – scrive un portavoce della Consulta – della particolare posizione rivestita dagli ex membri della Corte, che continuano a far parte di commissioni, gruppi di lavoro, delegazioni per incontri istituzionali in Italia e all’estero. Ma quale posizione, quale “lavoro”…
Allora, purtroppo la Costituzione repubblicana del 1946, diversamente dallo Statuto Albertino del 1848, non fa alcun riferimento alle radici cristiane dell’Italia, e malgrado lo Stato sabaudo, dapprima come Regno di Sardegna e poi Regno d’Italia, fu quello che confiscò i beni ecclesiastici – eccetto le chiese – la religione cattolica era comunque la religione di Stato. Gli artt. 7 e 8, e 19 e 20, parlano chiaro, lo Stato è laico e aconfessionale, e in ossequio a ciò riconosce la libertà di culto a tutte le religioni, e diversamente dallo Statuto Albertino, che garantiva la libertà di culto a tutte le confessioni riconoscendo però uno status particolare al cattolicesimo, la costituzione repubblicana le mette tutte sullo stesso piano ed è indifferentista. E’ grazie a queste costituzioni laiciste (non laiche, la laicità è ben’altra cosa) che abbiamo in Europa (Francia in primis), se l’Islam (religione antilaica per eccellenza) può diffondersi senza problemi nel nostro continente.