Comune di Milano regala case ai rom: loro le distruggono e non pagano l’affitto

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Tasse per gli italiani e marchette a immigrati e zingari. A Milano il Comune PD regala casette ai rom e non si fa pagare né affitto né altro. Nemmeno dai cosiddetti ‘campi regolari’.

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Il totale dovuto dalle famiglie rom insolventi nel campo di via Bonfadini ammonta ad oltre 31mila euro. In via Negrotto a circa 30mila euro di morosità. Dal 2016, quindi, mancano all’appello ben più di 60mila euro.

Le cifre sono state fornite dall’amministrazione comunale in risposta a un’interrogazione di Silvia Sardone, consigliere ed europarlamentare leghista. “L’ennesima vergogna per una sinistra che continua a farsi prendere in giro dai nomadi. La giunta Sala si riempie la bocca con l’integrazione, l’inclusione, l’accoglienza, ma in cambio riceve solo schiaffi”.

E questa situazione va a sommarsi a quella del villaggio Martirano:

Milano: 1 milione di euro per il villaggio dei Rom, loro lo distruggono

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Stessa cosa in via Chiesa Rossa (guarda il reportage), dove solo una famiglia su 47 è in regola coi pagamenti. “È ora di dire basta: gli anziani, gli invalidi e le persone in difficoltà economica che vivono nelle case popolari sono costretti a farsi in quattro per pagare le bollette, mentre i rom sono liberi di non pagare a cuor leggero?”, si chiede Sardone.

L’amministrazione scrive infatti che nel campo di via Bonfadini sono 4 su 9 le famiglie in regola, mentre nel campo di via Negrotto sono 10 su 15. “Io in questi insediamenti ci sono stata più volte e posso garantire che in Bonfadini le piazzole sono molte più di 9 e in Negrotto molte più di 15. Del resto, nell’ultimo censimento di Palazzo Marino diffuso a maggio 2018 si legge che in via Bonfadini ci sono 40 famiglie e in via Negrotto 27”. Secondo Sardone i conti non tornano. “Sala aveva promesso di superare i campi: non solo non c’è stato mezzo sgombero, ma addirittura ogni volta che indago sui rom a Milano scopro numeri e informazioni scandalose e irrispettose per tutti i cittadini milanesi”.

E’ lo stesso Comune che non riscuote gli affitti da associazioni amiche, pesando così sui contribuenti. Farmacie, ristoranti (anche nelle zone della movida), associazioni, circoli anarchici e di partito. L’assessorato alla Casa del Comune ha trasmesso al consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico l’elenco degli inquilini che allo scorso 30 settembre risultavano morosi, un elenco lungo ventidue pagine che va dai 196.832,11 euro ancora da versare da una società in via Pasubio 14 ai 142.381,78 dalla trattoria di via degli Assereto ai 140.915,24 dovuti dal ristorante indiano Taj Mahal di via Porro Lambertenghi fino ai 104.294,95 del circolo anarchico Bruzzi-Malatesta.

Tanto per citare. La somma dei debiti ammonta a quasi 4,9 milioni di euro. Non si parla in questo caso di alloggi popolari ma dei cosiddetti «spazi a uso diverso dall’abitativo» che si trovano generalmente ai piani bassi delle proprietà Erp gestite da Mm. Il Comune è proprietario di 703 unità, affittate a uso negozi, ristoranti, laboratori, edicole, associazioni di vario tipo. A questi si aggiungono 110 spazi sparsi tra tutte le zone (via Appennini 140 o corso Garibaldi 75 e 91, via Capuana 3 per fare qualche esempio) che al momento sono liberi, ci sono bandi in corso o verranno lanciati prossimamente. Tre sono gli spazi che il Comune, rispondendo all’interrogazione del consigliere azzurro, ha catalogato come «occupati senza titolo», uno in via Boifava 10, quello del circolo socialista Aics in via del Tamigi 7 e del centro sociale «Pianoterra» in via Confalonieri, zona Isola. «Sono in corso – viene riferito – valutazioni per decidere la tipologia di intervento, salvaguardando l’ordine pubblico, data la tipologia degli occupanti». Ma è sulle morosità che si concentra ancora una volta l’attenzione di De Chirico: aveva denunciato già un anno e mezzo fa l’esistenza di un «tesoretto» ancora da recuperare. E «grazie all’operazione lanciata da Fi – afferma . qualcosa si è mosso, anche se mancano ancora tanti soldi da recuperare e bisogna spingere sull’acceleratore». Riconosce che l’assessore alla Gabriele Rabaiotti ha avviato «un serio piano di recupero, ma bisogna capire caso per caso – avverte – come mai ristoranti o farmacie del centro non paghino regolarmente l’affitto».

La cifra della morosità (che da fine settembre potrebbe aver registrato qualche aggiornamento, i versamenti sono trimestrali) ammonta a quasi 5 milioni ma il Comune ha avviato dal 2018 centodieci piani di rientro, 57 dei quali nel 2019. Manca ad esempio una rata ai Democratici di sinistra per archiviare i 1.538,41 euro di debito per il circolo di via Nikolajevka 3. Il circolo italo-palestinese Al Quds aveva un debito di 29.169,49 euro per la sede di via Rivoli e da gennaio ha ricevuto 12 dei 18 bollettini Mav per il rientro. É stato stipulato solo l’1 ottobre il piano di rientro con il Partito dei Comunisti italiani per la sede di via Solari 40, emesse per ora 3 rate su 24 per coprire i 5.348,62 euro di debito che sono stati al centro di un lungo contenzioso. E sono 43 infine i contratti rescissi nel 2019 per fine locazione, disdetta, sfratto o altro. Ha riconsegnato le chiavi a luglio l’Unione nazionale combattenti della Rsi che aveva sede in via Rivoli 4.