Pochi elettori ma tanti ‘benefattori’
Una situazione – quella ricordata dall’ex ideologo grillino – degenerata ora che Matteo Renzi ha deciso di lasciare il Pd, mettendo così a repentaglio la tenuta della legislatura. L’ex premier infatti vanta 30/40 parlamentari senza dei quali la maggioranza di governo viene meno.
Ma chi finanzia Renzi? Il boom è iniziato a fine agosto, proprio nel bel mezzo della crisi di governo.
A luglio il vero e proprio boom con 260mila euro, di cui 100mila arrivano dalle tasche di Daniele Ferrero, amministratore delegato della Venchi, azienda specializzata nella produzione e vendita di cioccolato. Poi, ad agosto, le donazioni dei politici: Anna Ascani, Eugenio Comencini, Marco Di Maio, Andrea Ferrazzi, Laura Garavini, Nadia Ginetti e ovviamente Maria Elena Boschi. Dunque, la neo ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, Mauro Del Barba, Davide Faraone, Ernesto Magorno e Mauro Maria Marino, Martina Nardi. E poi, via via, tutti gli altri: da Caterina Biti a Ettore Rosato, passando per Ivan Scalfarotto e Gennario Migliore, solo per citarne alcuni dei tanti. Sempre ad agosto, lo stilista di lusso Bruno Tommasini, fondatore di ArciGay, dona 20mila euro.
Anche a settembre la raccolta non si ferma: per la campagna elettorale si contano già 220 euro raccolti. Tra i finanziatori più generosi emerge Davide Serra (90mila euro), poi Lupo Rattazzi (figlio di Susanna Agnelli) con 50mila euro, Quintessentially Concierge (10mila euro) e la Tci-Telecomunicazioni Italia (5.000 euro) del deputato Pd Gianfranco Librandi.
E questi sono quelli ufficiali.
Grande mozzarella;pur di non far votare il popolo sovrano ha letteralmente offerto a piene mani la conduzione dell’Italia ai suoi compagni di merenda e le conseguenze sono all’ordine del giorno.
Ha usato il suo potere per irridere ancora una volta il popolo italiano,come hanno fatto da anni i pidioti comunisti.
Ribellione massiccia contro questa dittatura di stile stalinista.