“Dal 2015 la popolazione italiana è diminuita di 400 mila unità, compensata solo da un incremento di stranieri. L’indice di natalità è il più basso di sempre. Nel 2018 i nati sono stati 440 mila, con un altro segnale in negativo. Nei primi tre mesi del 2019 i nati sono scesi ancora del 2% rispetto ai primi tre mesi del 2018”. Così il presidente dell’Istat e professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, Gian Carlo Blangiardo, intervenendo al Meeting di Rimini nel corso di una conferenza stampa con il presidente Foundation for individual rights in Education (Fire), Greg Lukianoff.Anche la popolazione anziana, rileva, “è aumentata. Vi dico solo un dato che fa riflettere: gli anziani con meno di 90 anni oggi sono 800 mila. Seguendo questa tendenza con calcoli statistici, fra 30/40 anni la popolazione con questa età sarà di due milioni e mezzo di persone, a fronte di una popolazione italiana di 60 milioni, con ripercussioni sul sistema sanitario”. Cosa fare? “Ragionare, capire e agire prendendo spunto dagli anni Settanta, anni non certo facili dal punto di vista sociale, ma con impegno, fantasia, capacità, buona volontà, come allora ci sono le condizioni per venire fuori dalla situazione. Con questi dati cerchiamo di dare suggerimenti e spunti di riflessione”.
Blangiardo è la persona giusta al posto giusto al momento giusto. Ma senza un governo sovranista, non è possibile invertire la tendenza. Per farlo, serve prima di tutto lo stop ai ricongiungimenti familiari, che darebbe respiro alla disponibilità di posti in asili, scuole e servizi sociali, rendendo così più facile e meno costoso avere bambini.
E non possiamo applicare politiche ‘francesi’, altrimenti stimoleremmo la natalità sì, ma quella sbagliata come in Francia.