Trump interessato all’acquisto della Groenlandia: sfida geopolitica

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Il presidente Trump avrebbe accarezzato l’idea di acquisto da parte degli Stati Uniti della Groenlandia, regione autonoma della Danimarca.

Trump ha, tra il serio e il faceto, espresso ripetutamente interesse ad acquistare il territorio danese autonomo coperto di ghiaccio tra il Nord Atlantico e gli oceani artici.

Nelle riunioni, nelle cene e nelle conversazioni, Trump avrebbe chiesto ai consulenti se gli Stati Uniti possono acquisire la Groenlandia, ascoltato con interesse la descrizione delle sue abbondanti risorse e l’importanza geopolitica e, secondo due fonti, chiesto al suo consulente alla Casa Bianca di approfondire l’idea.

Alcuni sorridono. Ma Trump dimostra di avere una visione a lungo termine. Magari un po’ megalomane, ma non dettata dalla contingenza. Pensate se l’Alaska fosse rimasta russa, probabilmente la Guerra Fredda non sarebbe stata poi così fredda.

Alcuni dei suoi consiglieri hanno sostenuto il concetto mentre altri lo hanno respinto come affascinante ma che non potrà mai realizzarsi.

Con una popolazione di circa 56.000 abitanti, la Groenlandia è una parte autonoma del Regno di Danimarca e mentre il suo governo decide sulla maggior parte delle questioni interne, la politica estera e di sicurezza è gestita da Copenaghen. Trump ha programmato la sua prima visita in Danimarca all’inizio del prossimo mese, anche se la visita non è correlata con l’idea dell’acquisto.

Il governo danese ha risposto ai giornalisti che lo hanno contattato che l’isola non è in vendita. Ma chissà.

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I funzionari statunitensi considerano la Groenlandia importante per gli interessi della sicurezza nazionale americana. Un trattato di difesa decennale tra Danimarca e Stati Uniti conferisce ai militari statunitensi diritti pressoché illimitati in Groenlandia nella base più settentrionale dell’America, la base aerea di Thule. Situata a 750 miglia a nord del circolo polare artico, include una stazione radar che fa parte di un sistema di allarme rapido missilistico balistico statunitense. La base è utilizzata anche dal comando spaziale dell’aeronautica americana e dal comando di difesa aerospaziale nordamericano.

Gli Stati Uniti hanno cercato di far deragliare gli sforzi cinesi per ottenere un punto d’appoggio economico in Groenlandia. Il Pentagono ha bloccato con successo nel 2018 il tentativo della Cina di finanziare tre aeroporti sull’isola.

L’idea di Trump, che ama i progetti grandiosi, ha generato una serie di domande tra i suoi consiglieri, ad esempio se gli Stati Uniti potrebbero usare la Groenlandia per stabilire una presenza militare più forte nell’Artico e che tipo di opportunità di ricerca potrebbe presentare.

Sebbene disponga di vaste risorse naturali attraverso le sue 811.000 miglia quadrate, la Groenlandia conta annualmente su oltre 500 milioni di euro di sussidi dalla Danimarca, che rappresentano circa il 60% del suo budget annuale, secondo le statistiche del governo danese.

Sebbene la Groenlandia sia tecnicamente parte del Nord America, è culturalmente e politicamente legata all’Europa. Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti sotto il presidente Harry Truman svilupparono un interesse geopolitico in Groenlandia e nel 1946 si offrirono di acquistarla dalla Danimarca per $ 100 milioni. Ma la Danimarca ha rifiutato di vendere. E quello fu il secondo tentativo fallito: il Dipartimento di Stato aveva anche avviato un’indagine sull’acquisto della Groenlandia e dell’Islanda nel 1867.

Durante una cena con soci la scorsa primavera, il signor Trump ha detto che qualcuno gli aveva detto in una tavola rotonda che la Danimarca stava avendo problemi finanziari per la sua assistenza alla Groenlandia e ha suggerito che si sarebbe dovuto prendere in considerazione l’acquisto dell’isola, secondo una fonte.

“Cosa ne pensate ragazzi?”, ha detto dopo avere lanciato l’idea, “Pensate che funzionerebbe?”.

L’Italia potrebbe fare una cosa simile e comprare un pezzetto di qualche nazione africana dove spostare tutti i clandestini in attesa di espulsione. Una sorta di colonia penale.




3 pensieri su “Trump interessato all’acquisto della Groenlandia: sfida geopolitica”

  1. Gli africani nella colonia penale ci devono andare gratis, devono tornare naturalmente nelle terre che gli appartengono e se proprio a qualcuno venisse in mente di acquistare un fazzoletto di terra segua l’esempio di mister Trump che da uomo intelligente, quale senza dubbio è, quando la terra, alla nostra latitudine, sarà arrivata intorno ai 55 gradi lui venderà a prezzi stratosferici un metro quadro del suo nuovo investimento, lottizzando ai pochi nababbi che se la potranno permettere, assicurando così la sopravvivenza ai figli o addirittura ai nipoti.

    1. Mi avevi domandato quali soluzioni adottare e visto che si parla di geopolitica di fantasia, per ora. Acquistare un pezzetto di africa come dice la redazione sarebbe affascinante, ma del tutto impraticabile allo stato attuale della geopolitica. Ci vorrebbe una guerra (mondiale) e non è escluso accada, per sparigliare le carte così tanto da permettere spostamenti di confini ed occupazione, solo militare, non annessione, di un certo territorio africano da usare come terminale per rimpatriare gli africani nel loro continente. Sarebbe indubbiamente da prendere in considerazione, ma solo in quel caso in cui non ci fossero più competitori globali, avere in Libia e Tunisia governi fantoccio con alcune basi militari sulla costa e giù creare una rotta, inversa a quella attuale, per i rimpatri, fino al Niger e nel caso, fino al Senegal o alla costa passando per il Mali, una rotta costellata di città militari in cui trasferire gli africani con cittadinanza italiana che non si fossero compromessi con l’invasione ma che invece si daranno da fare contro i loro connazionali. Sono pochi ne convengo, ma ce ne sono, e costoro andranno considerati con dignità se hanno servito la patria italiana sebbene non sia la loro, senza contare che più passa il tempo e meno possiamo aspettarci che nella guerra prossima che coinvolgerà gli stati europei non ci saranno neri e colorati vari come protagonisti. Ci saranno eccome, ci sono già ora, basti guardare l’esercito francese com’è messo. Su questa linea questi veterano, se non compromessi con azioni contro l’Italia, avrebbero diritto ad una sorta di premio, potrebbero installare dei fedeli ‘italiani’ di colore in quei luoghi di nostro interesse strategico dove rappresenterebbero l’elité, li pagheremmo per gestire i flussi di rimpatrio, si arricchirebbero e sarebbero contenti, e nel frattempo potremmo liberarcene. Per il resto chiudere completamente i rapporti con l’africa, a parte obbligare gli africani di tutelare fauna e flora che sono patrimonio di tutta l’umanità ed essenziali per l’equilibrio della biosfera planetaria. L’africa può e deve tornare ad essere un paradiso naturalistico, senza sfruttarne le risorse, ma non devono sfruttarle nemmeno gli africani, o i cinesi. Chiusi i rubinetti degli aiuti umanitari ed impedito anche alle associazioni private di inviarli, nel giro di pochi decenni la popolazione diminuirà da sola ai livelli precoloniali.

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