Nicola Lanfri, 53 anni di Ponte a Egola, nel pisano, ha avuto la cattiva idea di aiutare due immigrati: è finito quasi ‘sbuzzato’.
«Mi sono comportato come, credo, avrebbe dovuto fare chiunque, con senso di responsabilità – ha raccontato –. Ho fatto la stessa cosa che ci viene spontanea quando, in macchina, troviamo un incidente o qualcuno si sente male sulla strada. Ci si ferma, si chiede cos’è successo e si guarda cosa si può fare, nell’attesa che arrivino i soccorsi. Così sono state salvate anche vite». Vite, non marocchini intenti a sgozzarsi.
«Si stavano picchiando ferocemente. Urlavano come persone fuori di testa, non so cosa si dicessero e quindi non so per cosa litigassero. Ma la situazione era incandescente».
Li descrive come «due ragazzi di trent’anni, di nazionalità marocchina che vivono qui a Ponte a Egola. C’avevo parlato varie volte e loro sanno bene chi sono. A quel punto mi è venuto spontaneo andare da loro per riportare la calma. Mi sono avvicinando dicendo: ‘Ragazzi, ma che fate? State calmi e fatela finita!’. Uno di loro però ha estratto un coltello di quelli a serramanico e mi ha colpito all’addome».
Molti buonisti credono di essere ‘amici’ dei migranti perché ci scambiano qualche parola. E’ proprio vero: il buonismo è una patologia mentale.
La vittima racconta di essere «sbiancato, finendo a terra, in un lago di sangue. Loro, invece, hanno smesso di litigare e in un baleno si sono dileguati. Ho avuto tantissima paura e davvero ho pensato che per me fosse finita. Poi sono riuscito a rialzarmi continuando a perdere sangue, ho raggiunto il bar Poppi dove sonno stato soccorso. E’ arrivata l’ambulanza inviata dal 118 e sono intervenuti i carabinieri».
«Mi è andata bene. Al pronto soccorso di Empoli mi hanno medicato, messo sei punti e dato otto giorni di prognosi. I medici hanno detto che se la lama fosse stata affondata di un altro centimetro sarebbero stati lesi gli organi vitali».
Il maresciallo Gerardi gli avrebbe detto: ma ogni tanto fatte na’ bella padellata de li c. tua!
Godo. Astronzoooooo