Ucciso con 30 coltellate, sconto di pena al profugo perché “illuso”

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I giudici spostano sempre un po’ più in là il parossismo delle loro sentenze.

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L’omicidio risale al 4 gennaio 2017 e avvenne nella casa dell’imprenditore 76enne a Castel San Pietro Terme. L’anziano fu ritrovato morto e Newthing, richiedente asilo in quanto omosessuale, fu fermato una settimana dopo.

Profugo prima lo sodomizza poi lo uccide con 30 coltellate di integrazione

La sentenza della Corte (presidente Orazio Pescatore, giudice a latere Luisa Del Bianco) ricostruisce i fatti del giorno dell’omicidio ricordando come l’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Speranzoni, fu portato nella casa della vittima da Chiarini stesso – i familiari, parte civile, sono assistiti dall’avvocato Massimo Leone – “per ragioni di tipo sessuale, nonché illuso anche sulla prospettiva di aiutarlo a trovare un lavoro”. I due litigarono quando Newthing si rifiutò di avere un rapporto, Chiarini gli disse di andarsene e Newthing, secondo i giudici, si sentì tradito nell’affidamento che riponeva in Chiarini, “sentendosi trattato solo come un oggetto sessuale”. Inoltre il luogo era isolato e il nigeriano era a piedi e quindi “non appare fuori luogo e incomprensibile il rifiuto” opposto dall’imputato alla richiesta di lasciare la casa.

A quel punto, per i giudici, la situazione degenerò solo quando Chiarini andò a prendere un’arma e la minaccia “fu portata avanti insistentemente” tanto che l’anziano seguì Newthing e questi, per prendergli il coltello “dovette afferrarlo con forza ferendosi seriamente alla mano destra”.

La Corte sottolinea le modalità “chiaramente aggressive e ingiustificate, in quanto agite nei confronti di chi, non più gradito, comunque non aveva tenuto condotte violenze e minacciose”. Tutte azioni verso una persona nei cui confronti “in precedenza si sono avuti comportamenti di umana attenzione” e che “ben possono giustificare l’insorgere nell’imputato dello stato d’ira, che lo ha poi condotto alla commissione dell’omicidio”.

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A riprova dello stato di rabbia, per la Corte, c’è la violenza incontrollata del delitto, “rispetto a quanto sarebbe stato necessario per sopraffare una persona anziana e di gran lunga più debole”, da parte di un uomo descritto “di indole
normalmente mite”. Il sostituto procuratore generale Valter Giovannini, che aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, potrebbe presentare ricorso in Cassazione.

Insomma, qui abbiamo un profugo gay che si sente illuso e uccide, con trenta coltellate, dopo avere rifiutato un rapporto omosessuale con l’anziano.

Che, forse, era un omosessuale di convenienza?

Ma, al di là di questo, se uccidi qualcuno che ti ha illuso meriti uno sconto di 1/3 della pena? Davvero?

Si farà sentire, l’Arcigay, o esiste solo per organizzare gay pride?

Profugo assassino in spot sull’integrazione del PD – VIDEO




Un pensiero su “Ucciso con 30 coltellate, sconto di pena al profugo perché “illuso””

  1. Va bene, basta che fanno anche uno spot con Luca Traini per l’ APT di Macerata. Cosí tanto per non discriminare, per la par condicio. O no?

I commenti sono chiusi.