Profugo prima lo sodomizza poi lo uccide con 30 coltellate di integrazione

Vox
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Abbiamo un profugo nigeriano – come sapete la Nigeria è vicina alla Siria – e un gay che si faceva sodomizzare per sollazzo. E’ un po’ quello che avviene con la società nel suo complesso ‘grazie’ ai cuckold dell’immigrazione: ci stanno facendo sodomizzare da questa orda di giovani maschi africani che tutto pretendono, e tutto ottengono, perché nel loro folle masochismo, ai cuckold questo eccita. Godono nel farsi dominare. I buonisti altro non sono che malati mentali prestati alla politica.

Castel San Pietro (Bologna) – E’ un richiedente asilo, l’uomo fermato dai carabinieri del Comando Provinciale di Bologna con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio dell’imprenditore Lanfranco Chiarini, il 76enne ucciso avvenuto il 4 gennaio scorso presso la sua abitazione di Palesio, nel Comune di Castel San Pietro Terme (Bologna). L’uomo si chiama Desmond Newthing, nigeriano di 25 anni: ospitato nell’ultimo periodo nell Centro di accoglienza di Castenaso “Lai Momo”, è sbarcato a Lampedusa nel 2015 e con un permesso di soggiorno per motivi umanitari valido fino a giugno 2017.

Lanfranco Chiarini è morto dopo essere stato colpito da 25/30 coltellate: a rivelarlo è stata l’autopsia, i fendenti – alcuni profondi, alcuni superficiali – l’hanno raggiunto alle braccia, alla spalla e alla base del collo e sarebbero stati questi colpi a provocarne la morte per dissanguamento. L’arma, probabilmente un coltello da cucina preso in casa dall’assassino, non è stata ritrovata.

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Le indagini sono partite dalle telecamere di videosorveglianza: intono alle 20 – ora confermata dall’autopsia come compatibile con la morte di Chiarini – del 3 gennaio, l’uomo è stato filmato mentre si allontana dalla villa sull’auto rubata alla vittima. Poi si vede il nigeriano abbandonare la Skoda Octavia vicino alla via Emilia e proseguire a piedi.

A suo carico ci sono numerose prove: la quantità di contatti telefonici con Chiarini anche il giorno dell’omicidio, la sua presenza a Castel San Pietro Terme subito prima e subito dopo l’ora del delitto, l’irraggiungibilità della sua utenza telefonica proprio tra le 19 e 20 del 3 gennaio (nella villa di Chiarini non c’è campo), la valutazione antropometrica sull’uomo visto allontanarsi dall’auto del Chiarini, la presenza di tagli sulle dita della mano destra del nigeriano (i responsabili del centro di accoglienza di Castenaso ricordano di averlo visto il 4 gennaio con cerotti sulla mano). Il nigeriano, portato in caserma e interrogato dal pm Antonella Scandellari, non ha fornito spiegazioni né addotto alibi che lo potessero scagionare. Sono ancora in corso accertamenti per ricostruire il movente dell’omicidio.

Sin dalle prime ore delle indagini la principale pista investigativa è stata quella di un incontro a sfondo sessuale finito male, degenerato in lite e poi nell’omicidio. Dalla casa era stata rubata l’auto della vittima, la Skoda Octavia grigia ritrovata nei giorni seguenti, il cellulare e una borsa con mille euro.

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In qualsiasi epoca storica, quando un gruppo di giovani maschi si trasferisce da un posto all’altro senza essere stato invitato, si chiama invasione. E noi la stiamo facilitando per la perversione di una minoranza di invasati (bergogliani e progressisti) e affaristi (sempre bergogliani e progressisti) che avendo il potere sullo Stato e sui media impedisce al popolo di reagire a questa sodomizzazione quotidiana di massa.

Poi, un giorno, faremo la fine di Lanfranco Chiarini, una trentina di coltellate. Di integrazione.