Di Maio ai suoi: fatti sbarcare 136 clandestini per colpire Salvini

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Se quanto scritto dal Mattino dovesse essere confermato, si tratterebbe di eversione: usare gli sbarchi contro il ministro dell’Interno è gravissimo.

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«Adesso a Salvini abbiamo tolto anche il giocattolo preferito…». Luigi Di Maio confessa, parlando con il suo staff tutto soddisfatto, che dietro il traghettamento della nave della Marina dalla Libia ad Augusta ci sono loro, i Cinquestelle:

I 36 clandestini ‘grillini’ verso Augusta: andranno in 4 Paesi Ue

In poche ore, la gang composta dal premier Giuseppe Conte e dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ha fatto sbarcare i clandestini. Accoltellando alle spalle Salvini e gli italiani.

I «porti chiusi»: in un solo giorno sono sbarcati a Lampedusa e Augusta 200 clandestini. E non è un caso. I grillini vogliono usare gli sbarchi contro Salvini. Oltre al blitz della Marina, evidentemente ispirato dalla Trenta, c’è anche il lancio di decine di barconi verso l’Italia: gli scafisti ‘ascoltano’ ed agiscono di conseguenza.

Fortunatamente funziona il blocco navale italo-libico concepito da Salvini, che ha bloccato centinaia di clandestini in questi due giorni. E anche gli accordi con la Tunisia.

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E deve avere ‘ascoltato’ anche Casarini, visto il tentativo di violare le regole e ‘riaprire i porti’, finito però con il sequestro della nave Mare Jonio.

Il ministro leghista reagisce ordinando il sequestro della nave Ong Mare Jonio, mettendo in mora con una lettera il premier e il ministro degli Esteri: «Sui rimpatri serve un salto di qualità, non posso fare tutto io». E soprattutto battezzando il decreto sicurezza-bis: un vero e proprio esproprio delle competenze del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «D’ora in poi il grillino potrà occuparsi solo di sicurezza della navigazione e di protezione dell’ambiente marino», festeggiano al Viminale, «sarà Salvini ad avere il potere di limitare o vietare il transito o la sosta nelle acque territoriali per ragioni di ordine e sicurezza pubblica». In poche parole: «Il mare lo controlla il ministero dell’Interno, nessun altro».

In questi giorni abbiamo assistito ad un tentativo concertato di mettere in difficoltà Salvini, guidato dai grillini. Tutto per un pugno di voti.

A questo piano, che non deve essere per forza concertato, basta ‘lasciare fare’, hanno partecipato scafisti e il pregiudicato Casarini.

E Di Maio lo ha ammesso. E celebra lo sbarco dei clandestini.




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