Che ce ne facciamo di ‘aumentare il Pil’, se poi tutta la crescita va a favore degli immigrati? E’ come versare acqua in un secchio bucato.
Questo ha solo un nome: sostituzione etnica.
Secondo i dati Istat negli ultimi dieci anni gli occupati stranieri in Italia sono cresciuti di 765mila unità. Nello stesso periodo, quelli italiani sono scesi di 640mila unità.
Veniteci a dire che non rubano il lavoro agli italiani. Sono disponibili a fare lavori a basso costo, ecco il risultato: espellono gli italiani dal mercato del lavoro. Con la connivenza dei sindacati.
Ergo: abbiamo una disoccupazione giovanile di oltre il 30 per cento, con punte di oltre il 50 per cento in diverse regioni, e diamo lavoro agli immigrati.
Il governo, invece di lavorare per invertire la tendenza:
L’economia si ferma, ma il Governo fa entrare 30mila ‘lavoratori’ immigrati
Quindi, è inutile sperare in una crescita economica, se questa crescita significa solo “più lavori agli immigrati”.
E’ vergognoso che in un Paese, mentre ci sono milioni di disoccupati, aumentino gli occupati stranieri: che non vengono a fare i lavori che noi non vogliamo fare, ma che li fanno a condizioni che noi non possiamo accettare.
Questa è un’invasione. E non la fermi solo chiudendo i porti, la fermi bloccando i ricongiungimenti familiari e con la preferenza nazionale in tutto il mondo del lavoro: prima di assumere uno straniero, devi chiedere ad un italiano. Ma il modo migliore è non fare trovare l’esercito di riserva in Italia.
Questo ci pone anche difronte ad un serio problema: generiamo lavori di bassa qualità. Ma lo facciamo, perché mettiamo a disposizione degli affaristi carne umana a basso costo. Questo pone anche un altro problema: se sostituisci lavoratori a stipendio 1.000 con lavoratori a stipendio 500, distruggi l’economia. E il futuro. Nonché la sostenibilità del sistema pensionistico attuale e futuro.
Prendiamo i raccoglitori di pomodoro: non solo non pagheranno le nostre pensioni, ma nemmeno le loro. E se non ci fossero, i latifondisti sarebbero costretti a meccanizzare la raccolta, come nei paesi civili, questo darebbe il via ad un processo virtuoso con l’assunzione di ingegneri italiani.