Ora, il consigliere comunale di Campagnola, l’immigrato Rajinder Singh – 39 anni, conosciuto come Jimmy – è finito nei guai con la polizia per aver denunciato un reato che, dopo accurate indagini, è risultato inesistente.
Una vicenda rimasta però sottotraccia, partita il 25 marzo del 2015, poco prima del suo subentro nella carica di consigliere comunale nella fila dei 5 stelle (recentemente segnalato al collegio dei probiviri del Movimento, già per la vicenda Berlusconi).
In quella data Singh si era recato in questura per denunciare che il giorno prima, il 24 marzo, era stato raggiunto e fermato da un monovolume, dentro il quale c’erano due uomini. «Negro di m… se non ti ritiri ti spariamo ai fianchi» avrebbero detto i due uomini, secondo quanto riportato nella denuncia dalla vittima, che ha fatto scattare le indagini affidate alla Digos trattandosi di offese a sfondo razziale e di un personaggio legato alla politica.
Gli agenti hanno quindi effettuato un sopralluogo poco dopo con Singh stesso lungo la provinciale che da Campagnola porta a Guastalla, percorsa dall’uomo in sella al suo scooter verso le 19 di quella sera. Le investigazioni non si sono fermate però lì, andando in profondità. La Digos ha individuato due telecamere, cercando riscontri sul monovolume e sul passaggio di Singh stesso. Ma non c’è stato alcun riscontro nell’orario indicato. Non solo: è stato verificato il traffico telefonico. Il numero utilizzato dalla vittima è risultato in uso per 50 minuti proprio mentre doveva essere invece in viaggio, agganciando celle a Campagnola e non quelle lungo il percorso.
Da lì la denuncia a piede libero per simulazione di reato, con il rinvio a giudizio e la condanna a dibattimento giunta ieri per mano del giudice Simone Medioli Devoto a 1 anno di reclusione – pena sospesa – per il consigliere comunale, contro una richiesta di 8 mesi fatta dalla procura.
Tutti i casi di razzismo, alla prova dei fatti, risultano falsi.
piede libero? pena sospesa? un’altra espulsione mancata.