Pakistan chiede pizzo per salvare Nardi, noi ospitiamo migliaia di pakistani in hotel

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E non per le operazioni di soccorso, ma per concedere lo spazio aereo alle stesse!

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Non si può volare sul Nanga Parbat nel sesto giorno da quando non ci sono più tracce di Daniele Nardi e Tom Ballard.

Gli elicotteri sono fermi a Skardu. Condizioni difficili anche al campo base del K2 dove il basco Alex Txikon è in attesa per poter raggiungere il Nanga e far volare i suoi due droni.

La speranza di poter trovare in vita i due alpinisti è remota.

Ieri le richieste in denaro hanno paralizzato la macchina dei soccorsi. Forse in maniera decisiva.

A fermare tutto l’autorizzazione negata delle autorità militari e la richiesta di 60 mila dollari in contanti dell’agenzia Askari che ha in concessione ogni tipo di volo in Pakistan, per soccorsi e per lavoro.

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Vergognoso. L’Italia ospita in hotel diverse migliaia di finti profughi pakistani, forse sarebbe il caso di presentare il conto a questi criminali che ti chiedono il pizzo per soccorrere qualcuno.

L’ambasciata italiana a Islamabad, attraverso l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, ha sbloccato la situazione nel pomeriggio. Garante lo Stato italiano per le spese e assicurazione anche da parte della famiglia Nardi e dallo sponsor “Montane” di Ballard.

Poi ci si è messo il tempo.

Ma quel dettaglio, quel ritardo, potrebbe essere stato decisivo tra la vita e la morte di due persone.

Fossimo un Paese serio, da ieri sera i pakistani sarebbero stati tutti sbattuti fuori dagli hotel per profughi.

Non che non ci fossero motivi per farlo prima.




2 pensieri su “Pakistan chiede pizzo per salvare Nardi, noi ospitiamo migliaia di pakistani in hotel”

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