Nella giornata di lunedì il sindaco di Borgosesia e deputato leghista, Paolo Tiramani, è stato minacciato da un immigrati. La vicenda mette in evidenza tutti i limiti della legislazione italiana sull’immigrazione, e la corruzione (non solo ideologica) delle commissioni che riconoscono i permessi di soggiorno.
Nei confronti dell’immigrato, di nazionalità marocchina, con numerosi precedenti, un anno fa il primo cittadino aveva chiesto e ottenuto un decreto di espulsione. Ma, una volta finito in un centro di espulsione, si è dichiarato ‘ateo’, quindi in pericolo in Marocco: ecco un demenziale permesso per motivi religiosi.
“Lunedì a Borgosesia – è la testimonianza del primo cittadino – sono stato aggredito e minacciato da un marocchino con una lunga serie di precedenti. Espulso lo scorso anno, ha avuto un permesso di soggiorno per motivi religiosi. Dinanzi a testimoni mi ha mostrato una lima, urlando che me l’avrebbe infilata nella pancia perché con l’espulsione gli avevo rovinato la vita. Ringrazio vigili e carabinieri, prontamente intervenuti, che lo hanno arrestato. Ma non è possibile continuare così. Dopo sei mesi al Centro di identificazione e espulsione, costui ha ricevuto un permesso per motivi religiosi. Ossia si è dichiarato ateo, e in quanto tale non rimpatriabile in Marocco. E’ tornato qui a Borgosesia, dove prima di aggredire il sottoscritto ha continuato nei mesi scorsi a compiere reati di micro-criminalità: girava nudo per strada, ubriaco, e ha pure aggredito un vigile urbano”.
Una barzelletta. Basta dichiararsi ateo per non farsi espellere in Marocco?
Urge un intervento di Salvini.
solo un babbeo buonista puo credere ad una fandonia del genere, basta chiedergli di firmare una dichiarazione che il suo dio non esiste e vediamo se osa farlo