L’antropologia, ma anche l’evidenza di tutti i giorni, ci dice che tra i tre principali gruppi razziali del mondo, la differenza fisica di genere è superiore tra i bianchi. Mentre tra i neri le differenze fisiche sono minori, e l’apparenza è spostata verso il maschile, negli asiatici è il contrario.
E la tecnologia sembra essere piuttosto d’accordo. Il nuovo riconoscimento facciale che Amazon sta vendendo alle autorità di polizia Usa, non riesce ad distinguere le femmine di origine africana rispetto al genere maschile: nel 31 per cento dei casi, una femmina viene identificata dall’algoritmo come maschio.
E l’errore si riduce man mano che l’individuo scende nella gradazione razziale tra ‘nero’ e ‘bianco’, riducendosi a zero nel caso del maschio bianco.
La tecnologia, lungi dall’essere razzista, è impossibile da confondere con la propaganda del ‘siamo tutti uguali’: non lo siamo.