Rivolta dei sindaci di sinistra: vogliono boicottare il decreto Salvini

Vox
Condividi!

Per la sinistra la democrazia e la volontà popolare non contano. Contano gli incassi delle coop.

Diversi sindaci di sinistra, capitanati da quell’esserere che sembra appena uscito da un scatola di sottaceti che passa sotto il nome di Leoluca Orlando, si rifiutano di applicare una legge dello Stato: il decreto Salvini convertito in legge dal Parlamento (eletto dagli italiani!) e che è stato votato da partiti che, tutti insieme, rappresentano l’80 per cento degli italiani: Lega, M5s, FdI e FI.

Orlando proclama il ‘califfato di Palermo’: “sospende” decreto Salvini

Avessimo un presidente della Repubblica, quale garante della Costituzione telefonerebbe ad Orlando. Quindi non accadrà.

Gli altri eversori sono Dario Nardella, Mimmo Lucano (ex sindaco perché ritenuto criminale), Luigi De Magistris, Merola e tal Marco Alessandrini.

“Disobbedienza” l’ha definita il sindaco di Palermo, che stamattina ha annunciato, come se fosse un re, di aver “sospeso” l’applicazione del decreto Immigrazione nella sua città. Cosa illegale, ovviamente. E in democrazia, disobbedire alle leggi, e invitare a farlo, è un reato. E’ eversione. E’ un passo prima del terrorismo.

Vox

Per Salvini, ma per chiunque sia dotato di più di mezzo neurone, l’uscita del sottaceto palermitano non è che “disobbedienza” alle “leggi sull’immigrazione approvate dal Parlamento”, dunque illegittima:

Salvini avvisa i sindaci sinistra: “Decreto è Legge” – DIRETTA

“Non c’è nessun atto di disobbedienza civile – la spiegazione bizzarra di Orlando – ho agito da sindaco. È un atto di adempimento dei miei doveri istituzionali perché un’Amministrazione che applica la legge che viola diritti umani è responsabile di quella violazione”. Lui si rifà a leggi tutte sue. Provato a dire a chi vi fa una multa per divieto di sosta che ‘viola i diritti umani’ e che voi non rispettate tal elegge.

Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla guida del Pd, si è detto “vicino” a Orlando. Mimmo Lucano è “d’accordo” col primo cittadino di Palermo. E Luigi De Magistris a Repubblica ha rivendicato di aver già “schierato la mia città dalla parte dei diritti” sulla questione dell’iscrizione all’anagrafe.

La sindaca Dario Nardella a Firenze, Marco Alessandrini a Pescara e Giuseppe Falcomatà a Reggio Calabria si accodano. Il primo, non un cuor di leone, promette “modo legale” – che non esiste ovviamente – per una soluzione per i migranti che verranno espulsi per effetto del dl Sicurezza. Il secondo “studierà” la scelta di Orlando vista la “situazione in cui noi sindaci ci troviamo per le scelte criminogene, sul piano dei diritti, fatte da Matteo Salvini”. Il terzo, invece, “mai” applicherà “norme che vanno contro i principi costituzionali e di accoglienza”.

Non fosse comico sarebbe eversione. Il governo, in questi casi, può decidere di commissariare un Comune. Ci saranno procure – perché è pieno di magistrati onesti – che indagheranno sindaci che danno simili ordini illegali. E ufficiali dell’anagrafe che rifiuteranno – non vogliono finire in galera – di violare la legge.

Ma, soprattutto, questo porterà altri volti al populismo.




3 pensieri su “Rivolta dei sindaci di sinistra: vogliono boicottare il decreto Salvini”

  1. Maledetti sindaci c’è lì volente fare ingoiare a forza questi Negri parassiti che vi venga cento mila kanker a due a due finché non diventano dispari

I commenti sono chiusi.