Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con una bizzarra nota inviata al capo area dell’ufficio anagrafe, ha dato disposizione di non applicare a Palermo le misure del “decreto Salvini”, per quanto riguarda le norme che negano la possibilità di concedere la residenza a chi ha un permesso di soggiorno.
L’articolo 13 delle legge 132 stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi avere la residenza. In sostanza i comuni non saranno più obbligati, come erano, a rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio.
La reazione del ministro:
Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare “disobbedienza” sugli immigrati…
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— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 2 gennaio 2019
Forse Orlando pensa di vivere in una sorta di mondo parallelo dove Palermo è uno Stato a sé: un Califfato.
E’ chiaro che l’Anagrafe di Palermo non potrà che applicare la legge nazionale, pena l’arresto. A proposito: l’atto di Orlando è un gesto eversivo e illegale, che fa la Procura di Palermo?
Porci comunisti