Ragazzina italiana morta in palazzo dei clandestini

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Mentre i media di distrazione di massa invocano lo sgombero violento di uno stabile occupato da famiglie italiane sostenute da CasaPound, sempre a Roma, quattro giorni fa, in uno stabile occupato da clandestini, è stata uccisa una ragazzina italiana di 16 anni.

Si chiamava Desiree M., 16 anni, di Cisterna (Latina). Ora è morta.

Viveva con la mamma e una sorellina, che quando giovedì sera non aveva fatto rientro a casa, avevano chiesto aiuto al commissariato locale: «Desiree era abituata a comunicare sempre i suoi spostamenti», ripetono sconvolti gli zii.

Lo stesso mistero che avvolge la persona che era con lei, e che poi ha chiamato i soccorsi da una cabina telefonica. La polizia sta setacciando le telecamere della zona per individuarlo. «Sbrigatevi c’è una ragazza che sta male», urla dall’altra parte della cornetta la voce di un uomo al 112. «Sta morendo». Poi c’è la tragedia nella tragedia. Quando i soccorsi arrivano sul posto si trovano davanti una struttura abbandonata (utilizzata da persone senza fissa dimora) e un grosso cancello chiuso da catene e lucchetti. Passano pochi minuti e al numero unico per le emergenze arriva una seconda telefonata, sempre da una cabina telefonica, sempre la stessa voce: «Correte, non c’è più tempo». Non riuscendo ad entrare il personale del 118 ha avvertito i vigili del fuoco. Ma una volta dentro per Desiree non c’era più nulla da fare, era già morta. Forse a causa di un arresto cardiocircolatorio sulla cui origine dovrà fare luce l’autopsia affidata al medico legale. Si ipotizza l’assunzione di droghe anche se la ragazza non aveva alcun precedente in questo senso.

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Non credono al malore i residenti di San Lorenzo: «È stata attirata lì dentro da qualcuno: e se poi si scopre che l’hanno violentata o forzatamente indotta a prendere sostanze? – si sfoga Giulia, 38 anni – Sai da quanto tempo denunciamo che quel luogo è un covo di spacciatori? Ci doveva scappare il morto per capirlo? Pochi mesi fa sempre qui vicino c’è stato un grave accoltellamento, la situazione è fuori controllo».

Qualcuno dice che forse le avevano rubato lo smartphone e che era andata lì per riprenderselo, ma tutto è ancora da chiarire. «Ci devono dire cosa è accaduto lì dentro a Desiree – tuona Marianna, una giovane mamma – Non si può morire così a 16 anni. Quando hai ancora tutta una vita davanti. E comunque non si può morire nell’anonimato». E c’è chi aggiunge: «Spacciatori, drogati, ubriachi, sbandati. Questo è il popolo invisibile che gravita sotto le nostre case».

La sera prima della sua scomparsa Desiree aveva telefonato alla nonna avvertendola che avrebbe dormito da un’amica, aveva aggiunto che il giorno successivo si sarebbe andata a iscrivere a scuola. Lo scorso anno infatti si era iscritta all’Agrario di Latina, ma non le era piaciuto, quest’anno voleva frequentare l’Artistico, invece proprio nelle ore in cui l’avrebbe dovuto fare se ne sono perse le tracce.

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Questo è un altro caso Pamela. Solo che questa, non hanno fatto in tempo a fare a pezzi il cadavere e metterlo in un trolley.