La Cei è nervosa, e vanno capiti, per la prima volta dal dopoguerra rischiano di non avere un referente al governo. Soprattutto negli ultimi decenni hanno sempre avuto degli infiltrati anche nei governi di centrodestra a sabotare le politiche contro l’immigrazione. Basti pensare all’Udc prima e agli alfaniani poi. Ma ora, d’improvviso, saranno generali senza esercito.
E così, il segretario della Congferenza Episcopale italiana, il noto fanatico del business dell’accoglienza, monsignor Galantino, afferma: “Certi politici ci hanno costretti a pensare il tema della mobilità umana come tema che riguarda il Mediterraneo. Chi sa queste cose sa che non è così e purtroppo a volte anche noi ci siamo impantanati su questo punto lasciando per strada qualcuno. Serve un’attenzione meno condizionata rispetto ai flussi migratori. Mi preoccupa, non poco, l’oggi soprattutto se viene percepito come un luogo dove si moltiplica l’avvertimento, l’invito ad allentare la presa per il sopraggiungere di culture politiche che fanno del rifiuto del migrante la loro bandiera“.
E’ il grido di dolore di un uomo sconfitto.
“Mi auguro che questo governo abbia come punto di partenza la voglia di mettere orecchio alle condizioni concrete e alle attese reali delle persone. Perchè le ideologie, le prese di posizione, i proclami pre-elettorali devono essere ridimensionati e tarati sulla realtà e sui bisogni reali”, ha concluso Galantino.
I ‘proclami pre-elettorali’ sono quelli per i quali i cittadini hanno votato: si chiama democrazia.