Tutti minorenni: Gip grazia clandestini, una radiografia non fa maggiorenni

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Ci risiamo, quando il clandestino è in difficoltà, arriva sempre il soccorso di un magistrato più o meno rosso. L’esame radiologico del polso non può essere utilizzato per stabilire la maggiore età di un immigrato senza documenti: sulla base di questa scelta ideologica il gip di Como, Maria Lusia Lo Gatto, ha deciso di non convalidare l’arresto di tre giovani immigrati trovati con documenti falsi, dichiarandosi incompetente e trasmettendo gli atti al Tribunale dei minorenni. Osceno.

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La questione, che riguarda una casistica i cui numeri sono tutt’altro che contenuti, apre due drammatici fronti che faranno esultare coop e ‘ndrangheta: il primo relativo ai famigerati e presunti minori non accompagnati, il secondo collegato alla necessità di prevenire il più possibile la creazione di condizioni di clandestinità dei cittadini stranieri privi di documenti.

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Secondo i magistrati, tale accertamento clinico – il più utilizzato dalle forze di polizia – è passibile di un margine di errore fino a due anni: i parametri su cui si basa sono relativi alle radiografie di bambini e adolescenti americani degli anni ’30 e della popolazione britannica degli anni ’60, ma non sono mai stati aggiornati e contestualizzati al patrimonio genetico, alle abitudini alimentari e agli stili di vita delle popolazioni dell’Africa Sub-Sahariana e dell’Asia. In sostanza: pur di fare una marchetta ai migranti ammettono che le razze esistono e le popolazioni differiscono fisiologicamente su base razziale.

Perché le coop esultano? Perché i sedicenti minori devono essere mantenuti dai contribuenti italiani fino alla maggiore età. E rendono il doppio di un fancazzista maggiorenne. La sola città di Como ha in carico 173 minori stranieri privi di qualunque riferimento parentale in Italia (erano solo 15 nel 2009) , che hanno portato a 3 milioni e 900mila euro la spesa a carico dei contribuenti.