Sarà un giudice olandese, Marc van der Woude, a decidere sul ricorso del comune di Milano per l’assegnazione della sede Ema (Agenzia europea del farmaco) ad Amsterdam: nomina che arriva direttamente dalla Corte europea di giustizia di Lussemburgo.
A questo si aggiungono dubbi sul sorteggio e sulle regole poco trasparenti, oggetto del ricorso presentato da Milano con richiesta di sospensiva urgente dell’assegnazione della sede. Per il comune meneghino il sorteggio sarebbe avvenuto senza rispettare la pausa di 30 minuti dopo l’ultimo voto con pareggio tra Amsterdam e Milano (impedendo di concordare preventivamente come proseguire). Ma non solo, altre presunte irregolarità starebbero nell’assenza di controlli di garanzia fino all’uso dei bussolotti che ha decretato definitivamente la sconfitta del’Italia. Secondo la ricostruzione del Corriere il presidente estone della riunione avrebbe frettolosamente pescato da un’urna e subito annunciato la vittoria di Amsterdam. Non sarebbe stato redatto nemmeno il verbale di rito.
L’Ema è un baraccone come tutte le altre strutture UE. Per questo è essenziale uscire da questa megalomaniaca sovrastruttura burocratica che fa invidia all’ex Urss. E ne ha tutti i difetti: senza i pochi pregi.
Oltretutto è per noi solo un danno: paghiamo ogni anno miliardi di euro alla UE e, in cambio, riceviamo Zingari, clandestini e un giudice olandese.